Ore 12 di un tranquillo giovedì come tanti altri, anche sul quartiere marinaro, ma con il cielo plumbeo e un’allerta meteo che viene ormai però diramata almeno una dozzina di volte all’anno. Certo, stavolta si parlava addirittura di tempesta sotto forma di uragano ma quanto si è abbattuto su Lido in mezz’ora non è poi stato un ciclone. Una bomba d’acqua, indubbiamente, tuttavia non tale da giustificare quanto accaduto dopo i violenti scrosci di pioggia, peraltro annunciati da saette abbaglianti e tuoni fragorosi provenienti dal mare.
È successo infatti che in circa dieci minuti la maggior parte dei tombini siano saltati con la stessa rapidità dei tappi di spumante a Capodanno, dando origine a una sorta di fiume che ha ben presto invaso l’intero lungomare e quasi tutte le vie interne dell’area. Strade che sono diventate in un battibaleno dei torrenti impetuosi, tanto profondi da cominciare a bloccare le auto basse. I veicoli alti e i suv invece ce la facevano a transitare, però non senza fatica e comunque a velocità ridottissima. I pochi passanti, quindi, pur muniti di ombrello e impermeabili hanno appena fatto in tempo a trovare rifugio dove potevano ripararsi alla meno peggio, perché ogni mezzo in transito - pur procedendo piano - alzava piccoli tsunami in grado di travolgere ogni cosa si trovasse nei pressi.
A un certo punto, soprattutto nella zona centrale del litorale diverse macchine hanno fatto inversione a u per tornare indietro o si sono fermate in zone più sicure anche in considerazione del fatto che l’acqua sull’asfalto cominciava a farsi così alta da rischiare di far muovere anche le vetture parcheggiate. Senza contare che i veicoli più bassi, è successo in vari casi, si sono addirittura bloccati con il motore invaso dal fiume creatosi sul manto stradale. Traffico in tilt e qualche danno, quindi. E meno male che le conseguenze siano state soltanto queste. In parecchi potranno pensare che contro le “cascate dal cielo”, misurate in millimetri di pioggia abbattutasi in una parentesi brevissima e con il potere di trasformare pozzanghere in torrenti impetuosi e vie di comunicazione pianeggianti in laghi artificiali, ci sia poco da fare ed in effetti è così, ma la situazione di Lido resta peculiare. E nessuno interviene in modo preventivo per come dovrebbe, anche in considerazione del fatto che nella popolosa area (intesa come comprensiva pure dei quartieri Giovino, Casciolino e Bellino) insistono l’Alli e il Corace in grado di rappresentare un’ulteriore seria minaccia per l’incolumità delle persone. Soprattutto in circostanze come quelle di ieri con un fenomeno atmosferico estremo che si abbatte più o meno nell’ora dell’uscita di bambini e ragazzi dalle scuole e, come se non bastasse, con una massiccia presenza di gente - in particolare di venditori ambulanti, oltreché di acquirenti - vicina al porto per via del consueto mercatino settimanale. Un’occasione di rischio potenziale davvero alta. E non si sta come premesso parlando di eventi imprevisti, bensì di rovesci fuori dall’ordinario ma ampiamente monitorati e segnalati. Basti pensare ai consueti avvisi della vigilia - se non anche delle ore precedenti al nubifragio - emessi da Protezione Civile e Arpacal così come da tutte le strutture che si dedicano alle previsioni meteo.
Allagamenti sono stati segnalati anche nei plessi scolastici di Aranceto (infanzia e primaria), Corvo (infanzia e primaria) e Fortuna (scuola media); situazioni più volte segnalate dal dirigente scolastico Nuccia Carrozza all’ufficio tecnico competente del Comune.
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