L’identità del supermilionario che ha sbancato il superenalotto centrando il sei a Vibo Valentia (a cui va aggiunto il Superstar da due milioni di euro) rimane avvolta ancora dal mistero. Intorno al fortunato giocatore nella ricevitoria di via Dante Alighieri si addensa fitta una coltre di nebbia che ne protegge il tentativo di preservare l’anonimato. Ma le insinuazioni dei giorni scorsi portano, nel frattempo, a sgombrare il campo da almeno una delle ipotesi formulate subito dopo aver appreso dell’evento più unico che raro nel capoluogo della provincia più piccola e povera della Calabria.
Il vincitore non è stato Pasquale (Lino) Vartuli. L’imprenditore, già assessore comunale nella passata consiliatura, in una giunta di centrodestra, contattato dalla Gazzetta del Sud, non ha fatto squillare a vuoto il telefono. E immediatamente, apertis verbis, ha smentito la notizia. «So che il mio nome circola ormai da due giorni. Ebbene, sia chiaro che io non ho vinto nulla, neanche 163 centesimi. Sono soltanto – ha detto Vartuli – una vittima dei social». L’ex titolare della delega ai Lavori pubblici nella precedente consiliatura, è apparso provato e per certi aspetti indispettito. «Ho serie difficoltà a capire – ha sbottato pur senza mai perdere le staffe – come una tale bufala sia potuta circolare in maniera così rapida e capillare». In effetti, nulla ha potuto fermare una notizia divenuta virale che, grazie ai social network, ha percorso in lungo e in largo l’intera penisola in pochi minuti. «Magari avessi vinto qualcosa – ha proseguito l’ex consigliere del Pdl –. Di sicuro avrei potuto utilizzare quel denaro per dare una mano a chi ne ha bisogno oltre che per provare a rilanciare questa terra. Dove crede che mi sarei potuto portare tutti quei soldi? Al cimitero?».
E così un evento unico nella storia dell’antica Hipponion, si è trasformato in uno psicodramma per il principale indiziato della sestina da 165 milioni di euro abbondanti realizzata nel pomeriggio di giovedì nella tabaccheria dei fratelli Lo Bianco, a due passi da piazza Martiri d’Ungheria.
La leggenda per così dire metropolitana sarebbe maturata poco oltre. In una delle traverse storiche della città, nei vicoli stretti e tortuosi di via Terravecchia, all’interno di uno dei locali più frequentati del capoluogo. «Due giovani – ha raccontato un testimone – proprio nei minuti in cui si diffondeva la notizia del sei al Superenalotto, occupavano uno dei tavoli del ristorante. Entrambi erano amici del figlio di Vartuli, divenuto il principale indiziato dello stratosferico risultato». Ebbene, «ad un certo punto i due ragazzi hanno cominciato ad inviare dei messaggi sui social network con cui annunciavano la vittoria dell’imprenditore». Probabilmente non immaginavano cosa avrebbe potuto scatenare quella loro … leggerezza. «Nel giro di qualche istante – ha chiarito il testimone – la notizia è divenuta virale. E per questo signore non c’è stata più pace».
E così, per tutta la giornata di ieri, le allusioni si sono rincorse ripetutamente sui social. Fino a quando, interpellato direttamente, Vartuli ha deciso di smentire la presunta vittoria, frutto della clamorosa frittata combinata «da due ragazzi». Anch’essi ben noti a Vibo Valentia.
E il tormentone alla ricerca del milionario prosegue: chi ha intascato i 165 milioni di euro valsi la più importante vincita al Superenalotto in Italia per una schedina di soli due pannelli, appena tre euro? Le “indagini” erano state concentrate su due giocatori. Una è venuta fuori, l’altra, una donna di mezza età abituata a giocare in quel locale, preferisce rimanere nell’anonimato. E ancora non si fa viva. Si paleserà nei prossimi giorni? Chi vivrà, vedrà!