Tabaccherie, centri scommesse e ricevitorie vengono prese d’assalto. Decine di persone in fila, molte delle quali intente a studiare la strana legge dei numeri, incominciano a crederci davvero. Il sei al Superenalotto da oltre 165 milioni di euro ha contagiato Vibo Valentia. E mentre prosegue la caccia al vincitore, la gente prova ad imbastire sistemi e a tentare in maniera determinata la fortuna. Quasi si fosse avverato un “miracolo”.
Molti residenti, da ormai quattro giorni, fanno la spola nella tabaccheria di via Dante Alighieri baciata dalla dea bendata giovedì sera, quando con una schedina di appena due pannelli, per una spesa totale di 3 euro, una persona, destinata a rimanere a lungo avvolta nel mistero, ha sbancato il Superenalotto. E non servono le statistiche e neppure il gioco delle probabilità a spiegare che quello è stato un evento eccezionale, favorito da una serie di combinazioni che quasi sfuggono alla ragione.
Per le strade di Vibo c’è chi studia soluzioni, chi gratta biglietti, chi pensa sistemi in grado di regalare una fortuna. In una terra dove la percentuale di giovani disoccupati è altissima, il tormentone del gioco può diventare un ulteriore elemento di passività, schiavizzando più di quanto già non accada, ragazzi, adulti e anziani senza altri svaghi.
Nel frattempo, il fortunato milionario continua a rimanere un talismano. Si sfoglia la margherita per individuare, nella rosa delle poche persone entrate nella ricevitoria in un determinato orario, il possibile fortunato.
Sfumata la pista che portava all’imprenditore Pasquale Vartuli, vittima di uno scherzo sui social, orchestrato da due amici del figlio, circolano altre ipotesi. Le più svariate. Mentre i titolari della tabaccheria rimangono estremamente prudenti. «Potrebbe essere stato chiunque – si limitano a ripetere – Qui passa tantissima gente proveniente da vari centri del territorio ed anche da fuori zona». E la città rimane con il fiato sospeso mentre la febbre del gioco aumenta e rischia di trasformarsi in una «patologia capace – assicurano gli esperti – di distruggere intere famiglie. Tanto più se versano in condizioni di indigenza».