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Il lungomare devastato dalle violenti mareggiate

Il lungomare devastato dalle violenti mareggiate

È una conta dei danni ancora lontana quella che però attende inesorabilmente la commissione straordinaria ed i proprietari dei sei lidi di Tropea, duramente colpiti dalle forti mareggiate di questi giorni. Tutta l’area di Marina del Convento e quel tratto del lungomare “Antonio Sorrentino” è in ginocchio per la furia del mare, alimentata dalla tramontana.

Dal lido “Costa degli Dei” fino ad “Albatros”, lo scenario sotto gli occhi dei residenti è quello di una devastazione completa. «Dieci anni di attività sono stati spazzati via in pochi giorni dalla furia del mare – ha detto Antonio Il Grande, figlio del proprietario del lido “L’Oasi” –. Un arco di tempo durante il quale la struttura aveva sempre retto, ma questa volta il rischio di perderla è realtà. Ora si attende che il mare si plachi per valutare i danni subiti e per decidere se quest’anno ripartire o meno». Situazione simile anche per altri proprietari, che come Il Grande hanno perso tutto o rischiano di veder scomparire attrezzature, arredi, ombrelloni e struttura.

Ma la conta dei danni non tocca solamente i proprietari dei lidi, lungo il tratto andato distrutto e che si amplia col passare delle ore sono stati coinvolti anche quanti gestiscono le case vacanza e le strutture ricettive a pochi metri dal mare. Per molti la vista del lungomare sfregiato inquieta, facendo pensare ad una difficilissima se non impossibile ripresa di qualche attività per la prossima stagione estiva. Ma quel che sconcerta maggiormente non è la visione delle strutture lignee inghiottite dal mare, bensì la totale distruzione del lungomare, le cui profonde ferite si teme possano rimanere in mostra durante il periodo estivo. Dubbi che potranno dipanarsi solo con la fine delle mareggiate, il cambio delle correnti e l’arrivo del maestrale. Dopo di che bisognerà procedere con la pulizia delle spiagge, lungo cui si è ammassata una miriade di detriti e di plastica. Sarà dunque un passo successivo molto importante che potrebbe chiamare in causa pubblico e privato, ma che potrebbe avere altri risvolti. Qualcuno infatti inizia a domandarsi se scatterà qualche controllo e se fioccherà qualche denuncia per inquinamento ambientale proprio per la natura stessa di alcune strutture originariamente amovibili ma di fatto mai completamente rimosse durante il periodo di chiusura delle attività.

Quel che intanto resta sotto lo sguardo impotente dei cittadini è l’ampio crollo del lungomare che solleva dubbi sui criteri di realizzazione del tratto pedonale che nel tempo è sempre stato soggetto alla furia del mare. «Già nel 2015 – ha ricordato Il Grande – il lungomare aveva mostrato i primi segni di cedimento, con l'abbassamento del muro sottostante il vialetto, ma ordinanza di transito pedonale a parte non c’è stato alcun intervento di ripristino». Il profondo cedimento ha inghiottito ringhiera, lampioni, transenne e muri di contenimento estendendosi fino allo spiazzo il cui crollo, se avanzasse, potrebbe trascinare in mare anche palme e panchine.

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