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Omicidio Mazza, la verità del presunto omicida

Omicidio Mazza, la verità del presunto omicida

Messo alle strette il presunto omicida ha confessato. Ha ammesso le sue responsabilità. Ma sono ancora tanti i punti oscuri da chiarire su quanto accaduto giovedì sera a Piani di Acquaro (nelle Preserre Vibonesi). Gli inquirenti sono ora concentrati a capire che cosa abbia potuto realmente scatenare la furia omicida di Alessandro Ciancio, 23 anni, muratore del posto. Il giovane ha prima sparato contro Rosario Mazza, 22 anni, uccidendolo quasi all’istante con un proiettile esploso da una pistola calibro 6,35 che l’ha centrato alle spalle proprio mentre stava cercando di mettersi in salvo; poi ha puntato l’arma contro il fratello della vittima (compirà diciotto anni ad agosto) ed ha premuto il grilletto più volte fino a scaricare l’intero caricatore. Il diciassettenne ha cercato di fermarlo implorando perdono ma non c’è stato nulla da fare. Ciancio era ormai dominato dall’odio e dall’esasperazione. Per fortuna i proiettili esplosi da una distanza ravvicinata non hanno interessato organi vitali; il giovane è stato centrato da pallottole che l’hanno raggiunto ad una gamba e all’addome e ora si trova ancora ricoverato all’ospedale Jazzolino sempre in prognosi riservata.

A scatenare la furia omicida di Alessandro Ciancio, secondo quanto è stato spiegato dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri mattina nella sede del Comando provinciale dei carabinieri, sarebbe stato uno schiaffo sferrato dalla vittima al termine di uno dei tanti alterchi che, a quanto pare, negli ultimi tempi sarebbero stati diversi con il Mazza. Alla base dei dissapori una serie di possibili vessazioni di fronte alle quali giovedì sera il muratore avrebbe deciso di farla finita; dopo aver subìto l’ennesima aggressione è andato a casa, nella zona alta del paese, ha tirato fuori la sua pistola cal. 6,35 (forse detenuta illegalmente) ed è tornato in via Stramandinoli incrociando Rosario Mazza ed il fratello nei pressi del bar Carmelo. Questi, intuita la sua reazione, si sono messi in fuga ma non c’è stato niente da fare; il primo a cadere è stato Rosario centrato da un proiettile alle spalle. Mentre subito dopo i colpi hanno raggiunto il fratello rimasto vivo solo per miracolo.

Chiarito che non siamo in presenza di un delitto di mafia, il procuratore della Repubblica (facente funzioni) di Vibo Valentia Michele Sirgiovanni ha spiegato che sono in corso indagini per meglio chiarire quali possano essere state le cause scatenanti di questo gravissimo fatto di sangue, anche se in questo momento gli investigatori ipotizzano che il tutto sia da ricondurre a dei futili motivi, aggravante che ancora non è stata contestata nei confronti di Alessandro Ciancio da due giorni in stato di fermo; nei suoi confronti l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.

Contrariamente a quanto in un primo momento veniva ipotizzato, i carabinieri hanno trovato una discreta collaborazione da parte della gente del posto. In sostanza quella sera a Piani di Acquaro in via Stramandinoli chi ha assistito a quanto accaduto lo ha riferito per filo e per segno ai carabinieri e per questo motivo il caso è stato chiuso nel giro di sole 24 ore. Per il resto l’attività di indagine è stata portata avanti dai militari della stazione di Arena (tra i primi ad arrivare sul luogo della sparatoria) e quelli della Compagnia di Serra San Bruno unitamente ai militari del Nucleo investigativo di Vibo Valentia che stanno conducendo le indagini sotto il coordinamento del procuratore Sirgiovanni e del sostituto Claudia Colucci. Mancano ancora alcuni tasselli importanti, come ad esempio il rinvenimento dell’arma; benché il presunto autore del delitto sembra abbia già indicato il posto, la pistola utilizzata ancora non è stata trovata. Ieri mattina, inoltre, il magistrato titolare delle indagini si è recato in ospedale per sentire il giovane ferito, ma al momento le sue dichiarazioni sono ancora riservate. Per quanto attiene, invece, lo sviluppo delle indagini il Procuratore Sirgiovanni ha voluto ringraziare i carabinieri e in particolare quelli della stazione di Arena e della Compagnia di Serra Bruno per la fiducia che hanno saputo infondere nei territori di loro competenza.

Rosario Mazza, 22 anni, di Piani di Acquaro, è stato ucciso la sera di giovedì poco dopo le 20 in via Stramandinoli nella piccola frazione del paese. Alla base del gravissimo fatto di sangue una serie di vessazioni ed aggressioni. L’ultimo episodio giovedì sera davanti al bar Carmelo. Mazza avrebbe inveito ancora una volta contro Alessandro Ciancio, 23 anni, muratore. Il giovane stanco di soprusi ha reagito con violenza sparando prima contro la vittima e poi all’indirizzo del fratello che è rimasto ferito.

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