È allarme rosso in seguito alle intense precipitazioni che hanno messo in ginocchio l’intera provincia. Nella conta dei danni redatta dall’ufficio tecnico comunale, oltre ai numerosi smottamenti di terreno e vegetazione rilevati sulle arterie di collegamento provinciali e comunali, l’attenzione maggiore si concentra nell’area circostante l’impianto di depurazione. Ubicato in località Tomarchiello, a ridosso del centro abitato e a poche decine di metri dal tratto autostradale direzione Serre, il depuratore comunale si caratterizza anche per la sua adiacenza alla “Fossa di Ciavuli” (così detta per la secolare presenza di una nutrita colonia di corvi). Si tratta di un burrone naturale profondo oltre venti metri e con un diametro di settanta metri caratterizzato da uno dei fenomeni carsici più imponenti di tutto il Meridione d’Italia, come è stato certificato dalle diverse spedizioni speleologiche che si sono succedute nel tempo.
La fossa in effetti si caratterizza per essere attraversata da tutta una serie di gallerie sotterranee nelle quali tra l’altro durante l’ultimo conflitto mondiale trovava ricovero la popolazione durante i bombardamenti aerei. Alcune di queste gallerie, in particolare, sono attraversate dallo scorrere impetuoso del torrente Lavatoi, tra i più importanti affluenti del fiume Mesima. Già nel 2015 un evento franoso aveva interessato la parete della cavità naturale adiacente il depuratore, causando il cedimento di parte del muro di recinzione e danneggiando tubazioni e pozzetti con grave rischio per la funzionalità dell’impianto.
Ancora più grave si prospetta la situazione attuale causata dall’ondata di maltempo con la rilevazione di «criticità estremamente allarmanti in quanto il fronte frana si è esteso ulteriormente causando il crollo della stradina d’accesso e lo sbarramento del percorso sotterraneo del torrente Lavatoi».
Allo stato le acque depurate vengono convogliate dai tubi di scarico direttamente lungo le pareti della frana causando una crescente erosione delle superfici. Un processo di inarrestabile deterioramento sembra essersi innestato nell’area circostante l’impianto con possibili «conseguenze devastanti sia dal punto di vista ambientale che igienico-sanitario».
La situazione è costantemente monitorata dal sindaco Onofrio Maragò e dall’assessore all’ambiente Felice Casuscelli che hanno anche disposto, per ragioni di sicurezza, l’interdizione dell’accesso nell’intera area circostante. Del problema è stata interessata anche è la Protezione civile regionale che ha prontamente inviato sul posto propri tecnici.