Il bello della tecnologia: incastrato da foto inequivocabili oltre che dal tempestivo intervento dei Carabinieri, era stato arrestato per furto in appartamento. Sottoposto esclusivamente all’obbligo di firma, però, pochi giorni dopo avrebbe ricominciato la sua redditizia e funambolica attività, finché non è stato riarrestato sempre ad opera dei Carabinieri. Il novello Arsenio Lupin è un 33enne del quartiere Gagliano, al secolo Francesco Scalise: sul suo capo pendono adesso le accuse messe nero su bianco dai militari della Stazione di Gagliano e da quelli del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Catanzaro.
Il primo arresto di Scalise risale allo scorso 3 gennaio dopo il furto in un’abitazione di via Gioacchino Da Fiore. Fatta razzìa all’interno dell’abitazione, il 33enne si sarebbe allontanato prima di venire rintracciato nei pressi del sottopassaggio di via Gioacchino da Fiore da una pattuglia dei Carabinieri allertati da una telefonata giunta alla centrale operativa “112”. A quel punto, vistosi scoperto, il ladro avrebbe tentato la fuga opponendosi all’arresto. Dopo un breve inseguimento a piedi, il 33enne è stato bloccato da un militare, ammanettato e portato nell’auto di servizio proprio mentre sul posto era giunta per dare manforte un’altra pattuglia dei Carabinieri. Recuperata refurtiva per circa 5mila euro (e restituita al legittimo proprietario che ha ringraziato i militari non solo per il valore degli oggetti sottratti ma anche per quello affettivo), a Scalise sono stati dapprima concessi gli arresti domiciliari nell’abitazione della madre e, successivamente, il solo obbligo di firma.
E qui s’innestano le nuove accuse formulate dai Cc, che per giorni e giorni hanno monitorato ogni singolo movimento del sospetto, che in occasione del furto del 3 gennaio era stato - fra l’altro - inchiodato dalle compromettenti foto scattate da un vicino di casa della vittima del “colpo”; nei fotogrammi, si vede con chiarezza Scalise prima mentre si arrampica su una grondaia e poi mentre armeggia sul balcone nel tentativo di accedere all’appartamento.
Ii Carabinieri di Gagliano, guidati dal maresciallo Salvatore Sestito, hanno così ricostruito attentamente le attività, le frequentazioni e il modus operandi dell’uomo, riepilogavando tutto in un’ampia relazione indirizzata alla Procura della Repubblica che, a sua volta, ha proposto l’aggravio della misura cautelare già pendente sul 33enne al Tribunale di Catanzaro che, concordando con le risultanza emerse, ha spiccato l’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri. Le nuove contestazioni, nel dettaglio, riguardano altri due furti in appartamento per i quali Scalise sarà chiamato a rispondere. In attesa che la Giustizia faccia il suo corso, il 33enne si trova adesso rinchiuso nel carcere di Siano.
I servizi di controllo a largo raggio - assicurano i Carabinieri della Compagnia cittadina, guidati dal capitano Antonino Piccione - proseguiranno «al fine i prevenire la commissione di analoghi reati per i quali, come in questo caso, fondamentale importanza rivestono le informazioni acquisiste dal vicinato».
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