Si è conclusa con la citazione diretta a giudizio delle otto indagate l’inchiesta su farmaci e presìdi sanitari scaduti nei due ospedali cittadini (il Policlinico Mater Domini e il Pugliese-Ciaccio). A tutte, infermiere in servizio nelle due aziende ospedaliere, il sostituto procuratore Paolo Petrolo contesta il «mancato dovuto controllo periodico sulle scorte di farmaci somministrati».
Tutto nasce da un’ispezione compiuta dai Carabinieri. I verbali - nei quali sono elencati centinaia di farmaci e presìdi medici scaduti talvolta anche da anni - sono stati trasmessi alla Procura, che a sua volta ha individuato i presunti responsabili e messo le contestazioni nero su bianco. Aghi, cannule, fili di sutura, infusori, deflussori, dispositivi a gocce, sonde, pinzette, protesi, cateteri ma anche farmaci: tutto scaduto ma ugualmente - secondo l’accusa - somministrato ai pazienti, almeno stando alle ipotesi messe nero su bianco dalla Procura della Repubblica. Le otto, «per colpa consistita in imprudenza, negligenza ed imperizia», secondo l’accusa «somministravano e, comunque, consentivano la somministrazione a pazienti dei rispettivi reparti di specialità medicinali e presìdi medici chirurgici scaduti».
Era il 14 maggio del 2014 quando i militari del Nucleo antisofisticazioni hanno bussato alle porte delle due strutture sanitarie. Sotto chiave sono finite centinaia di medicinali e migliaia di presìdi medico-chirurgici scaduti, anche da quattro anni. Un’operazione condotta in due tranche, per la quale i Carabinieri si sono avvalsi anche della collaborazione dell’Ufficio Igiene e sanità dell’Asp catanzarese. I controlli sono stati avviati sulla scorta di servizi di verifica che l’Arma conduce a tutela della salute pubblica. E dopo i primi accertamenti sul campo sarebbero anche arrivate altre segnalazioni, che avrebbero consentito di allargare il cerchio delle indagini.
Prima negli ambulatori del Policlinico universitario i Cc hanno trovato, e sequestrato, centinaia di presìdi medico-chirurgici che avevano superato la data di scadenza e una cinquantina di medicinali scaduti. Sulla scorta di questo primo riscontro, i militari hanno deciso di verificare la situazione anche al Pugliese. Le tipologie di farmaco (generico e non) poste sotto sequestro erano le più varie, ovviamente attinenti al tipo di reparto o ambulatorio dove sarebbero state usate. A questo punto, però, non si sa con quanta efficacia, visto che una volta superata la data di scadenza i princìpi attivi finiscono generalmente per “decadere”. Per quanto riguarda, invece, i presìdi medico-chirurgici, si trattava, tra le varie cose sequestrate, di prodotti maggiormente utilizzati in ambulatorio; parte di questo materiale avrebbe peraltro dovuto mantenere una piena garanzia di sterilità.
Le irregolarità nelle strutture “visitate” sarebbero state determinate dal fatto che prodotti sanitari e farmaci si trovavano negli armadietti riservati al materiale di uso quotidiano. Dunque, non erano stati accantonati e messi magari in un angolo di qualche magazzino per essere adeguatamente smaltiti, come prevedono le severe norme di legge.
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