Spunta il nome di un ex affiliato dell’organizzazione terroristica Prima Linea nelle carte del processo, in corso a Milano, per l’omicidio del procuratore torinese Bruno Caccia, commesso nel 1983. Si tratta di Francesco D’Onofrio, oggi considerato dagli inquirenti torinesi legato alla 'ndrangheta. A chiamarlo in causa è stato un pentito. Per l’omicidio di Caccia, per gli inquirenti maturato nel mondo della criminalità organizzata, il boss Domenico Belfiore fu condannato all’ergastolo (la sentenza
è definitiva) come mandante. Nel 2015 è stato arrestato uno dei presunti esecutori, Rocco Schirripa, ora sotto processo a
Milano, dove oggi il pm Marcello Tatangelo ha depositato i verbali di interrogatorio di un pentito.
D’Onofrio, 62 anni, originario di Vibo Valentia, è stato coinvolto in alcune indagini sulla 'ndrangheta nel Nord-Ovest e
ha sempre negato ogni legame anche su un altro pentito ha rivelato che nella scala gerarchica dell’organizzazione ha un
grado elevato. Lo scorso 19 gennaio è stato condannato a Torino a 4 anni e 2 mesi per il possesso di dieci kalashnikov; le armi
però non sono mai state trovate.