A tre giorni dalla chiusura della strada provinciale 9, ex statale 110, nel tratto compreso tra il bivio Angitola e il bivio di Maierato conseguentemente al ritrovamento di un pericoloso ordigno bellico in località Montemarello, non sono pochi i disagi riscontrati.
Lo sgombero dell’area, in un raggio di 500 metri da dove si trova la bomba, ha comportato, tra altro, il blocco degli impianti della “Callipo conserve alimentari”, con la conseguente messa in cassa integrazione di circa duecento dipendenti.
«Da martedì sera la Callipo – ha spiegato Francesco Franco, procuratore dell’azienda – è stata sgomberata in quanto l’eventuale esplosione dell’ordigno provocherebbe, stando a quanto esposto dagli artificieri, una pericolosissima pioggia di schegge che scenderebbero alla velocità del suono nell’area oggetto dell’evacuazione. Allo stato, l’azienda si trova in una condizione di paralisi. Da tre giorni oltre duecento operai sono in cassa integrazione, sono state sospese forniture e consegne, sono state bloccate le spedizioni. Inoltre, ieri mattina è arrivata la comunicazione di interruzione della fornitura di gas metano a scopi precauzionali. Auspicando che il brillamento della bomba verrà concluso domenica, lunedì la zona sarà interessata da operazioni di ripristino. L’azienda si ritroverà ancora senza gas metano, dunque impossibilitata ad avviare caldaie, cuocitori e quant’altro: l’attività produttiva ripartirà a rilento».
Le conseguenze della chiusura al traffico della strada si ripercuotono su tutto il comprensorio. Il centro maggiormente penalizzato è senza dubbio Monterosso Calabro, per i cui abitanti la provinciale 9 rappresenta la via principale per gli spostamenti in tutto il comprensorio angitolano e in gran parte del vibonese, nonchè per accedere alla Salerno-Reggio Calabria. Facile, dunque, intuire le difficoltà che il paese sta vivendo in questi giorni. Il traffico è deviato sulla strada che conduce a Maierato, dalla quale è possibile immettersi sull’autostrada dallo svincolo di Sant’Onofrio. Ciò significa percorrere molti chilometri in più, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Nel centro abitato di Maierato, quindi, è aumentato esponenzialmente il volume di traffico veicolare: il paese è attraversato da tutti i pullman e i mezzi pesanti che ordinariamente percorrono la ex statale 110. Inutile sottolineare gli inconvenienti.
I rischi ai quali un’eventuale esplosione del dispositivo bellico esporrebbe hanno indotto il sindaco di Maierato, Danilo Silvaggio, a ordinare l’evacuazione dell’area compresa nel raggio di 500 metri dal luogo di rinvenimento dell’ordigno stesso. Sgomberate, quindi, le abitazioni e gli insediamenti produttivi ricadenti nell’area interdetta. In particolare, sono state sospese le attività dell’azienda “Callipo”, del Consorzio di bonifica di Lamezia Terme e delle aziende agricole De Nisi e Sgrò. Nonostante i suddetti disagi, imprenditori, lavoratori, automobilisti e cittadini comuni che si servono quotidianamente dell’area in questione hanno ben compreso il pericolo. Il dispositivo ritrovato è una bomba inglese, pesante più di 220 chilogrammi e contenente 66 chili di trinitroglicerina, che presenta un innesco a lungo ritardo chimico con un dispositivo antirimozione. Si teme che l’innesco potrebbe essersi attivato con l’urto dello smottamento, a seguito del quale la bomba è stata scoperta: pertanto potrebbe verificarsi un’esplosione entro 144 ore dall’innesco del meccanismo. Per tale motivo, si dovrà attendere domenica mattina per l’inizio delle delicate operazioni di brillamento, le quali saranno condotte dagli artificieri del Genio Guastatori di Castrovillari.
Attualmente, vista la pericolosità della situazione, la zona è presidiata dai militari ed è interclusa mediante grosse barriere di terra, sì da impedire ogni qualsivoglia tentativo di passaggio automobilistico o pedonale.
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