Come ogni anno, l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, ha indirizzato alla comunità ecclesiale la lettera quaresimale, per aiutare ogni fedele a vivere con impegno questo tempo di grazia. “Misericordia e riconciliazione: piano di volo della Quaresima”, è il titolo della lettera di Bertolone. Il presule esorta la comunità a riassaporare la “medicina” della penitenza e del digiuno propri della tradizione della Chiesa cattolica, attivando «un percorso di conversione individuale e comunitario, in particolare celebrando spesso e con frutto il sacramento della Confessione-Penitenza-Riconciliazione, riscoprendo anche il valore purificatorio ed espiatorio del sacramento eucaristico». Per il presule «La coscienza morale di ciascuno di noi percepisce quasi epidermicamente che il Signore misericordioso ci ama come e più di una mamma; perciò vuole donarci, quando ci riconosciamo peccatori, le ricchezze della sua bontà, del suo perdono, della sua misericordia. Sì, ci vuole trasfigurati, vuole che noi ritorniamo nella luminosità del Tabor, della Pasqua e dell’Ascensione, come allude la veste battesimale, che diversi tra noi non soltanto rammentano, ma conservano tra i ricordi più cari».
Anche se si avverte spesso nella società attuale, soprattutto nel mondo dei giovani, la sete di libertà, mons. Bertolone ribadisce che «non è libero chi sceglie il male». Per l’arcivescovo «un atteggiamento di sola onnipotenza (“ce la farò con le mie forze, dice lo stolto”) svuoterebbe il genuino significato della Croce». E aggiunge: «La “terza guerra mondiale a pezzi”, così chiamata da papa Francesco, è alimentata da tanti peccati, da tanta violenza, da tanta disumanità, accumulatesi nel corso dei secoli. A volte i peccati individuali - scrive Bertolone - oltre che sommarsi, sembrano diventare quasi delle strutture oggettive di male. Certo, non sempre ci rendiamo conto dell’oggettività del peccato e, a volte, solo in momenti di silenzio, di riflessione, di colloquio con un padre spirituale, come mi auguro avverrà abbondantemente in questa Quaresima, percepiamo la gravità di certe scelte, di certi comportamenti, di certe omissioni, che hanno caratterizzato la nostra vita fin qui. Abbiamo fiducia nell’Altissimo: non c’è sozzura che non possa essere perdonata, non c’è tradimento a cui non si possa mettere riparo, perfino un condannato per mafia può “pentirsi” e convertirsi».
Infine, l’arcivescovo Bertolone si rivolge ai suoi primi collaboratori, ai presbiteri, «chiamati a dispensare la misericordia di Dio in mezzo al gregge, con una pastorale positiva e accogliente. Com’è importante - scrive - che, fuori ogni Chiesa, ci siano gli orari per la Riconciliazione del singolo penitente e, in questa Quaresima, per la Riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale! Il Rito liturgico della riconciliazione dev’essere frequente, stabile come la celebrazione della Messa».
La guida del prete
Nel rito della riconciliazione - spiega l’arcivescovo - il prete «è la guida per il discernimento delle azioni e delle omissioni. L’intento del discernimento sta nel trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti, o anche nell’assicurare una piena fedeltà a Dio nell’esistenza concreta di un essere umano, anche quando egli si è imbarcato in situazioni tortuose, irregolari, scandalose, immorali, illegali». Invitando tutti a cogliere la dolcezza del perdono e della misericordia divina, attraverso l’aiuto e l’intercessione della Vergine Maria, Bertolone benedice tutti chiedendo preghiere per la sua missione episcopale. Nei prossimi giorni, la comunità diocesana vivrà momenti di preghiera assieme all’arcivescovo con celebrazione della Via Crucis nelle quattro zone pastorali: il 10 marzo nella zona pastorale di Catanzaro, il 17 marzo Sersale, il 24 nella zona di Serra San Bruno e il 31 nella zona di Squillace.
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