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Crotone: furto di icone antiche in una galleria

Crotone: furto di icone antiche in una galleria

Ladri di opere d’arte in azione alcuni giorni fa nel centro storico cittadino. In via Discesa Fosso, nei locali al piano terra di Palazzo Giunti, dove è in allestimento una galleria d’arte privata che da qui a poco sarà inaugurata, hanno colpito gli ignoti ladri che si sono portati via un’intera collezione di icone antiche d’arte sacra. 

È stato stimato come superiore alle centomila euro il valore delle venti opere trafugate dagli autori dell’incursione, denunciata alla questura e sulla quale stanno indagando gli agenti della Squadra Mobile della Polizia di Stato.
«Le icone – racconta l’avvocato Silvano Cavarretta proprietario delle immagini sacre rubate che ha scoperto il furto giovedì – erano state sistemate nel locale della Galleria d’arte privata “Pitagora” perchè avevo intenzione di allestire in occasione dell’inaugurazione della Galleria, una mostra con una sezione dedicata alle immagine sacre del cristianesimo orientale». E proprio sulle immagini sacre, care ai cristiani ortodossi o di rito greco-bizantino, si sono concentrate le attenzioni degli ignoti ladri. L’avvocato Cavaretta, inventario alle mani, spiega che tra le venti opere d’arte rubate ce ne sono alcune antiche di secoli. Come la tavola lignea del XVI secolo, proveniente dalla Russia meridionale, che raffigura San Nicola, San Giorgio e l’Angelo Protettore, o l’icona della Madonna della Protezione che datata alla fine del 1600, è attribuita alla Scuola di Novgorod; ma anche le altre immagini sacre trafugate sono opere realizzate tra il XVIII e XIX Secolo per lo più nei territori di quello che era l’impero degli Zar.
«Solo le icone hanno preso», precisa l’avvocato Cavarretta il quale ipotizza che gli organizzatori del furto siano persone che sappiano come muoversi negli ambienti dei ricettatori di opere d’arte rubata. Tra le altre cose chi ha messo a segno il “colpo”, è probabile che fosse pratico del centro storico. I ladri o il ladro, si sono arrampicati sul cancello dell’ingresso principale di Palazzo Giunti e sono riusciti a infilarsi in uno spazio, tra le sbarre, grande poco più di 50 centimetri, riuscendo a passare dall’altra. Poi è stato tutto facile. 

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