Lamezia Terme
«Il vostro coraggio è per tutti noi bambini un esempio da seguire. Grazie! Vi vogliamo bene». È una delle tante letterine che i piccoli hanno appiccicato al bancone della panetteria della famiglia Angotti che giovedì notte è stata fatta saltare in aria con una bomba carta in pieno centro a Lamezia. L’esplosione è stata forte ma i danni contenuti. Così ieri mattina i giovani fornai hanno riaperto i battenti, ed i più felici sono i bambini che frequentano la grande scuola accanto. La “Maggiore Perri” ne ospita ogni giorno circa un migliaio, e molti prima che suoni la campanella passano per un panino, la pizzetta, due frollini. Sono stati gli scolari per primi a manifestare la loro solidarietà ai commercianti vittime della ‘ndrangheta.
Ma gli Angotti non si sono fatti intimidire: come ogni mattina si sono svegliati all’alba per andare a impastare e sfornare pane caldo e dolcetti per chi indignato è andato da loro a testimoniare la vicinanza. Anche quelli che prima si servivano in altre panetterie. Lo scoppio di venerdì ha coinciso con l’uscita dal vicino Teatro Grandinetti. Avevano appena visto una commedia brillante con la Bouchet e Corinne Clery, roba allegra. Che porta fuori, in un altro mondo. Ma il gran botto ha riportato tutti alla realtà di una città dove il pizzo sembra un’istituzione, anche dopo i circa 200 arresti di mafiosi portati a buon fine negli ultimi quattro anni, con pesanti condanne alcune pure passate in giudicato. I boss delle cosche storiche come Giampà, Torcasio e Iannazzo sono dentro col 41bis. Uno di loro addirittura s’è pentito confessando ogni crimine.