Liti continue e botte. Finchè lei non ne può più e cerca di salvarsi insieme al bambino che porta in grembo. Mentre Antonio La Polla dorme, la ragazza riesce a scappare da casa ed a raggiungere la Stazione dei carabinieri del quartiere Sambiase per scaricare tutta la pena e la rabbia che ha covato dentro per troppo tempo.
Pestaggi, umiliazioni, minacce, insulti subiti dal convivente che non riesce più a sopportare nonostante stiano per avere un figlio. Parla, racconta ogni particolare del suo uomo che è un sorvegliato speciale di pubblica sicurezza. I carabinieri consegnano un rapporto alla magistratura che ordina l’arresto. La Polla finisce ancora una volta in manette. Per lui gli arresti domiciliari, ma lontano dalla sua ex che è andata ad abitare altrove. L’imputato ha 28 anni e dovrà rispondere dei reati di lesioni personali, maltrattamenti e atti persecutori. L’ultimo è stato quando alla convivente ha impedito di andare all’ospedale con un occhio gonfio per le botte che le aveva dato.
Antonio La Polla nel 2012 era stato arrestato due volte per spaccio di droga nell’operazione “Village” della polizia di Stato. L’anno dopo in primo grado fu giudicato colpevole e condannato a 4 anni, ma la Corte d’appello ha preso in considerazione le istanze dell’avvocato Antonio Larussa, difensore di La Polla, ed ha diminuito la pena ad un anno e 5 mesi di carcere. Poco considerando che in primo grado il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a 8 anni per colui che era considerato il “dominus” di un giro di droga nel Villaggio Kennedy.
La polizia aveva pure intercettato La Polla mentre faceva violenza alla sua fidanzata. Diversa dalla convivente che invece ha trovato il coraggio di abbandonarlo. Ma lui disse che in quel momento era sotto l’effetto della droga.