Un agguato in piena regola quello messo in atto nella serata di sabato sulla strada statale 182, in località Savini di Sorianello, nelle Preserre vibonesi. Nel mirino degli attentatori, forse armati di fucile e pistola, è finito Giovanni Alessandro Nesci, 27 anni, di Sorianello, con precedenti per estorsione e droga. Il giovane, fortunatamente, è stato attinto solo da un frammento di proiettile alla testa che lo ha ferito leggermente.
Al momento dell’agguato Nesci si trovava alla guida della sua autovettura, una Golf di colore grigio. Ad agire, sulla base di quanto è stato possibile accertare, probabilmente due individui che hanno aperto il fuoco centrando l’autovettura dal lato guida e sulla parte alta del parabrezza, mirando di fatto a colpire il conducente. È stato probabilmente solo un caso fortuito e nello stesso tempo la prontezza di riflessi se Nesci ha potuto sfuggire all’agguato mortale che i killer avevano pianificato nei minimi particolari.
Senza esitare un istante, infatti, il conducente della Golf di fronte ai primi spari anziché fermarsi avrebbe premuto con tutta la sua forza sul pedale dell’acceleratore riuscendo a uscire in pochi istanti dal campo di fuoco. Ha proseguito la sua marcia ad altissima velocità sempre lungo la Statale 182 fino a raggiungere dopo pochissimi minuti l’abitazione di uno zio. Prontamente soccorso è stato quindi portato da alcuni parenti all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia dove i medici del pronto soccorso hanno provveduto a prestargli le prime cure dopo aver riscontrato una leggerissima ferita alla testa causata dal frammento di un proiettile. Il giovate è stato quindi tenuto sotto osservazione per tutta la notte e dimesso solo ieri mattina.
Sul piano prettamente investigativo le indagini sono scattate immediatamente; sul posto sono arrivati gli agenti del commissariato di Serra San Bruno, che hanno agito sotto le direttive del dirigente Valerio La Pietra, e della Squadra Mobile di Vibo Valentia. Oltre ai rilievi di rito per tutta la notte nelle zone delle Preserre vibonesi c’è stata una vera e propria caccia all’uomo. Gli investigatori hanno effettuato una serie di perquisizioni in abitazioni e controlli su strada.
Al vaglio degli inquirenti pure i precedenti di Giovanni Alessandro Nesci che in Piemonte qualche anno fa era stato arrestato insieme ad altri per estorsione ad un imprenditore edile. Condannato in primo grado dal gup del Tribunale di Ivrea (2 anni e 8 mesi di reclusione) il procedimento è ora pendente davanti ai giudici della Corte d’Appello di Torino.
Una vicenda iniziata quando Nesci si era trasferito da Sorianello in Piemonte, precisamente a San Maurizio Canavese, piccolo centro in provincia di Torino. Entrato in contatto con Pasquale De Masi, anche lui originario dalle Preserre vibonesi, e con una donna di origine albanese, insieme avevano messo in atto una estorsione di circa 20mila euro a un imprenditore che in precedenza aveva avuto una relazione con la donna albanese. Sarebbe stata proprio la donna, sulla base di quanto emerso, a indicare il “pollo” da spolpare. Ma le cose andarono male perché il piano è stato scoperto e gli autori della tentata estorsione sono stati arrestati.
Il giovane era stato pure al centro di una vicenda di droga ma i giudici del Tribunale di Vibo Valentia lo avevano assolto per «non aver commesso il fatto».