Aggredito e ripetutamente colpito dal branco in un pestaggio che richiama alla memoria quanto discusso da giorni sulle cronache nazionali. A Montepaone, paese del catanzarese, come ad Alatri: la violenza si accompagna all’indifferenza di chi ha scelto di non intervenire, assistendo alla scena senza il coraggio di digitare immediatamente il “112” o il “113”, mentre ripetuti colpi venivano inflitti ad un giovane 24enne originario di Davoli all’uscita di una discoteca. Lighter designer (specialista nella progettazione di sistemi luminosi) con la passione per la conduzione di serate di intrattenimento Amaury Froiio, in veste di presentatore, si era recato in un locale situato nel paese di Montepaone dove aveva trascorso in tranquillità una serata trasformatasi inaspettatamente in un incubo.
Il racconto
Era nell’auto ad attendere un amico con cui rincasare, si annota nelle testimonianze fornite ai carabinieri, quando l’arrivo di quest’ultimo è stato ritardato da una discussione che un uomo aveva ingaggiato con lui. Per tentare di placarla il giovane decide di intervenire ma ciò - secondo il suo racconto - gli viene impedito con la violenza: viene spinto da due persone nell’abitacolo dell’auto, e uno dei due energumeni lo avrebbe colpito con un calcio al viso.
Poi l’incubo vero e proprio: arrivano altri quattro che, aprendo la portiera anteriore dell’auto, lo avrebbero immobilizzato e colpito al volto. «Qualcuno colpiva, altri incitavano», si legge nella lucida ricostruzione contenuta nella querela depositata, in cui non mancano note sulla mancanza di intervento dei primi testimoni. Passività che diviene antagonista della solidarietà, il suo esatto contrario, in cui sprofondano i perbenismi di chi condanna la violenza se vissuta indirettamente dagli schermi di un televisore senza poi intervenire quando si presenta davanti ai propri occhi.