Sotto il cielo di Paravati la calma è apparente. Le notizie trapelate in questi giorni hanno portato a galla frizioni esistenti tra la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” e il vescovo della diocesi Mileto-Nicotera-Tropea, mons. Luigi Renzo. Posizioni diverse sì ma non fratture insanabili perché sia nell’uno sia nell’altro caso nessuno intende o ha mai inteso gettare ombre sul percorso mistico di Natuzza Evolo, tantomeno remare contro l’iter che un giorno, si spera, la porterà agli onori degli altari.
E il nocciolo del problema affonderebbe le sue radici in questioni squisitamente dottrinali e di culto perché anche le modifiche allo Statuto della Fondazione che sarebbero state proposte, a iniziare dal testamento spirituale di Natuzza, poggiano lì le loro basi. Il tutto senza nulla togliere all’importanza del percorso, anche e soprattutto dal punto di vista spirituale e sociale compiuto nei suoi trent’anni di operatività dalla Fondazione e senza nulla togliere all’impegno di mons. Renzo il quale al quinto anno esatto dalla morte di Natuzza ha avviato l’iter per la beatificazione, incassando il via libera della Conferenza episcopale calabra e consegnando nei giorni successivi, insieme al postulatore don Enzo Gabrieli la documentazione occorrente alla Congregazione per la causa dei santi, chiedendo appunto il nulla osta per procedere all’insediamento del tribunale diocesano. Un passaggio quest’ultimo attualmente in standby.
Ma i percorsi di canonizzazione non sono mai stati semplici e sarebbero tanti gli “accorgimenti” di cui tener conto per non ostacolare, anche inconsapevolmente, un percorso in atto. D’altronde a mettere in guardia i devoti di Natuzza dalle “trappole” in cui involontariamente sarebbero potuti incorrere, qualche tempo fa è stato lo stesso don Gabrieli. E proprio alla prudenza – talvolta radicale – della Santa Sede in tutti i percorsi verso la canonizzazione andrebbe ricondotta la modifica dello Statuto riguardante la parte del testamento spirituale di Natuzza che si rifà alla visione della Madonna, apparsa nel 1944 alla mistica. Modifica che per la Fondazione significherebbe stravolgere l’essenza e i canoni che hanno dettato i tempi della sua nascita; modifica che, probabilmente, per la Chiesa consentirebbe di non anticipare quanto ancora non è stato “provato” o quanto meno avallato con il riconoscimento delle virtù eroiche di Natuzza Evolo.
E gira e rigira il discorso riporta quindi alla celebrazione della “Giornata della promessa” che era in programma per il 26 luglio e che è stata annullata dal vescovo Renzo in ossequio a precise disposizioni della Congregazione per la dottrina della fede – direttive queste ultime a cui avrebbe fatto seguito la “frenata” della Congregazione per la causa dei santi – nonché alla mancata consacrazione della grande chiesa di Paravati ultimata da oltre un anno e realizzata grazie alle generose offerte di centinaia di migliaia di fedeli sparsi in ogni parte del mondo e alla grande opera dei cenacoli di preghiera.
Eppure si pensava che il 2017 potesse essere un anno significativo per la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” tanto cara a Natuzza e dalla stessa definita “la mia sesta figlia, quella più cara”. Un anno in cui ricadono due ricorrenze collegate al grande mistero di Paravati: il centenario dell’apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima e il trentesimo anniversario della nascita della Fondazione.
Qualche tempo fa però, proprio l’annuncio di una possibile consacrazione della chiesa, ha cominciato a fare emergere le frizioni rimaste fino allora sotto traccia. E ancora una volta il tutto riporterebbe al cuore del problema, perché la realizzazione della grande chiesa – un luogo destinato a diventare una delle realtà mariane più importanti d’Italia – è direttamente collegata al contenuto del testamento spirituale di Natuzza. Parole dettate nell’estrema sincerità e semplicità dalla mistica la quale però nonostante tutto non ha mai messo in mostra questi suoi speciali, privilegiati e straordinari “canali”.
E nella vicenda dei contrasti venuti a galla in questi giorni, un insegnamento arriva proprio da Natuzza la quale, pur avendo le stimmate, pur avendo visioni e fenomeni di bilocazione, si è sempre tenuta in ombra e, soprattutto, durante la sua esistenza terrena ha sempre obbedito ai suoi vescovi.
Queste le parole dettate da Natuzza: «Non è stata una mia volontà. Io sono la messaggera di un desiderio manifestatomi dalla Madonna nel 1944, quando è apparsa nella mia casa... Quando l’ho vista, le ho detto: come vi ricevo in questa casa brutta? Lei mi ha risposto: non ti preoccupare ci sarà una nuova e grande chiesa che si chiamerà Cuore di Maria Rifugio delle Anime per alleviare le necessità di giovani, anziani e di quanti in stato di bisogno».