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Partita a carte con l'assassino, poi Francesco è stato ucciso

Orrore in Calabria, 15enne uccide coetaneo e si costituisce

Sull’agghiacciante uccisione del sedicenne Francesco Lamberti Prestia, il giovane capitano del cuore degli allievi del “Mileto calcio”, il quadro non è per nulla ancora chiaro. Tanti i lati oscuri diversi gli interrogativi ancora senza risposta su questa storia terribile di sangue innocente.

In una cittadina ancora smarrita che non riesce in alcuno modo a capacitarsi su quanto accaduto nella tragica serata di lunedì le voci continuano a riconcorrersi. Il mormorio lungo Corso principale e le vie è assillante, insistente, specie quanto viene notata in perlustrazione qualche auto delle forze dell’ordine o come quando davanti alla stazione dei carabinieri ci si accorge di qualche movimento di troppo. Ma a conti fatti nessuno, probabilmente, conosce più di tanto di questa vicenda. Nessuno, tranne, ovviamente chi c’era nel posto in cui è stato consumato il martirio di Francesco, un luogo forse diverso da quello in cui è stato rinvenuto il corpo senza vita del ragazzo. Lunedì sera, infatti, alcune persone avrebbero udito degli spari provenienti da largo Naccari, adiacente all’ex ufficio delle imposte e a pochi passi dalla villa comunale e da “Palazzo dei Normanni”. Ed è qui che i carabinieri avrebbero rinvenuto alcuni bossoli che bisognerà adesso accertare se provengono o meno dall’arma, una calibro 6.35, utilizzata per compiere l’ efferato delitto, mentre in località “Vindacito” nel rione Calabrò, indicata dal quindicenne come il luogo in cui è avvenuto il fatto di sangue e dove poi è stato rinvenuto il corpo del giovane studente non sarebbero stati rivenuti né bossoli né macchie di sangue. Questo cambierebbe tutto lo scenario del crimine sia riguardo al luogo, all’orario, ma anche sul fatto, di cui si vocifera in città con insistenza, del possibile coinvolgimento nella drammatica vicenda di altre persone.

I carabinieri che stanno indagando a tutto spiano e nel più assoluto riserbo, hanno al momento l’ammissione di colpa del quindicenne che ha detto di aver sparato all’amico per una questione a quanto pare sentimentale e con il quale, secondo alcuni testimoni, nello stesso pomeriggio avrebbe anche giocato a carte in tutta rilassatezza, nonché le dichiarazioni spontanee rese dal diciannovenne di Paravati che il giorno successivo all’omicidio si è presentato presso la locale stazione dei carabinieri. A ciò si sarebbero anche aggiunte nelle ultime ore alcune testimonianze raccolte dagli investigatori negli ambienti frequentati dalla vittima e dal carnefice. L’attività investigativa prosegue, dunque, incessante ed è coordinata sia dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia che da quella presso il Tribunale per i minori di Catanzaro. Tutto questo in una Mileto che aspetta che sia fatta al più presto piena luce su quanto accaduto nella serata di lunedì, soprattutto per Francesco, vittima innocente dei tempi bui e della sua famiglia composta e dignitosa.

Nella comunità, intanto, la tensione continua ad essere alta. Nelle ultime ore, infatti, si sono verificate ben due intimidazioni. La prima a colpi di fucile ai danni di un centro per migranti della “Cooperativa Sud per l’Europa”; la seconda, con ben 15 colpi di pistola, contro il cancello d’ingresso del parco archeologico.

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