Da Crotone alla “sua” Vigone, 1307 km in dieci tappe e dieci giorni. Promessa mantenuta da mister Davide Nicola che, dopo aver ottenuto un’incredibile salvezza col Crotone, ha effettuato una specie di Giro d’Italia 2.0 attraversando città a lui care incontrate nella sua carriera anche da calciatore. Il tecnico pitagorico, insieme al gruppo base formato dal cognato Paolo, dal nipote Alessio e dal collaboratore Elmiro Trombino, è partito dallo stadio “Ezio Scida” di Crotone per passare da Bari, Pescara e Ancona. Poi il trasferimento in auto verso Livorno, e le tappe per La Spezia, Genova e Torino.
Tantissimi sono stati i colleghi incontrati, l’affetto ed il sostegno ricevuto, le emozioni vissute. «Grazie all’impegno di tutti è stata un’esperienza incredibile – dice Nicola – ringrazio ancora le due onlus che hanno legato la loro immagine a questo giro in bici. Siamo riusciti a veicolare un messaggio sulla sicurezza in strada».
Già, perchè il tour dell’allenatore del Crotone ha avuto il patrocinio dell’Associazione italiana familiari vittime della Strada e della Federazione Italiana Amici della bicicletta. Onlus in prima linea anche nella promozione della mobilità sicura e sostenibile su strada. Ieri, per l’ultima tappa, Nicola ha indossato una divisa speciale cha riassume il messaggio trasmesso lungo tutto il giro. «Grazie a Marina Romoli per la divisa. Mi sta anche bene, sembro un ciclista – scherza Nicola – è un onore portarla fino a Vigone».
Poco prima dell’arrivo, il tecnico aveva sottolineato: «È stata un’avventura lunga, estenuante dal punto di vista fisico ma assolutamente divertente. Ce l’abbiamo fatta, non pensavamo di reggere cosi bene. La compagnia è stata fantastica. Arrivare a Vigone dove ci attendono le nostre famiglie e i nostri compaesani sarà un’emozione unica». Facendo un bilancio di questo giro. «Non posso darmi 10, rasenta la perfezione e non credo che noi possiamo raggiungerla. Ci possiamo arrivare vicini per cui un 9 lo do a tutti».
Sul suo imminente futuro ancora sulla panchina rossoblù. «Presto vedrò e parlerò con la società. Quella di Crotone è una realtà dove bisogna puntare sui giovani che non hanno moltissima esperienza – ricorda Nicola –. Vedremo la mia posizione, se faremo qualcosa di diverso o continueremo con lo stesso lavoro di valorizzare giocatori giovani».
Verso le 15.30 Nicola è arrivato al Filadelfia, casa del Torino, aperta eccezionalmente proprio per l’allenatore dal cuore granata al quale è stata consegnata una targa per l'impresa compiuta. Ad aspettarlo circa 500 persone, compresi tanti tifosi del Crotone. «Torna a Torino» gli urla un tifoso. Presente l’assessore Finardi e in rappresentanza del Torino Antonio Comi. Dopo la sosta, il gruppo è ripartito per Vigone, con Nicola che è stato accolto non solo dalla sua famiglia ma da un'incredibile folla di gente e dal sindaco che lo ha premiato.
Francesca Travierso CROTONE - "Quando sei in difficoltà pensa al Crotone". È la frase che forse riassume meglio di tutte il senso (per lo meno uno) dell'impresa compiuta quest'anno dal Crotone Calcio. Perché è stata detta da qualcuno che del Crotone non è tifoso, né a Crotone ci vive. L'hanno raccolta, lungo la strada che ha portato Davide Nicola in bici da Crotone a Torino, Giuseppe Aiello e Giuseppe Macirella, i due ragazzi crotonesi della Ciclofficina TR22o che hanno scortato l'allenatore del Crotone in questa seconda impresa. "Una frase meravigliosa - scrivono i ragazzi - È incredibile come la favola del FC Crotone sia entrata nel cuore di tantissime persone che pure vivono lontane da Crotone e dalla nostra realtà". E così l'impresa del Crotone è diventata una specie di motto, della serie "l'impossibile non esiste", e a Crotone lo sanno bene. Giuseppe e Giuseppe, G&G li chiama ormai Nicola, in testa hanno la bici, la promozione della mobilità dolce e sostenibile. Il calcio lo seguono decisamente meno, e forse proprio per questo hanno saputo cogliere aspetti più "laici" di questo viaggio e dei suoi protagonisti. "È stata una esperienza meravigliosa - dicono - durissima ma indimenticabile. Una seconda impresa dopo la prima fatta in campo. Ovunque abbiamo incontrato tantissime persone che ci sostenevano e tantissimi crotonesi, tanto che il mister a un certo punto ha detto 'Ma voi abitate in giro per l'Italia?'". La rincorsa alla salvezza, lucida, tenace, una impresa compiuta col sorriso quanto con la determinazione; e poi gli oltre milletrecento chilometri in bici, affrontati con la stessa determinazione e con lo stesso sorriso sono stati per il Crotone il migliore spot che potesse esserci, una perfetta sceneggiatura da film. "Il senso vero di tutto quello che è accaduto quest'anno - dice Giuseppe Aiello - e di quello che siamo riusciti a fare con questo viaggio in bici, è la dimostrazione concreta che con l'impegno, con la determinazione, con il giusto modo di sognare e di lavorare duro si può fare qualsiasi cosa. La città può fare qualsiasi cosa. La Serie A, questo viaggio che ha acceso i riflettori sulle bellezze della città quanto su alcune sue vertenze importanti, come quella legata alla chiusura dell'aeroporto, sono un punto dal quale partire, un punto dal quale reagire per riprendere in mano le sorti di Crotone". Uno dei momenti più simpatici ed emblematici del clima che si è creato durante il viaggio è immortalato nella foto che ritrae i gruppo di ciclisti inchinati ai piedi di G&G, in segno di ringraziamento per l'assistenza tecnica fornita. Anche in questo senso, i ragazzi della Ciclofficina hanno avuto l'occasione di fare parte di una squadra guidata da Davide Nicola, e possono raccontare il mister da un punto di vista nuovo. "È una persona fantastica - dicono - un trascinatore, un motivatore. Nei momenti difficili, e ce ne sono stati, era il primo che gridava e incitava ad andare avanti. In albergo, nonostante fosse davvero stanco, era sempre lì a scherzare. E poi una bravissima persona, buona, umana, che fonda i suoi rapporti su cose concrete". Uno che ha fatto vedere fin da subito di che pasta è fatto, tanto da far scrivere a Giuseppe Macirella nella terza tappa "Se qualcuno pensava che stessimo andando in gita o che fosse una scampagnata si è sbagliato di grosso. E' dura, molto dura. Quello che posso dire è che il mister (ma tutta la squadra per la verità) ha una tempra d'acciaio. Più si stanca, e più pedala forte. Quando le gambe non arrivano più si fa solo un lavoro di testa. E lui in questo è un campione. E' una persona con una forza mentale inimmaginabile. Spero che di questa avventura riusciamo tutti a farne tesoro e a capire che dobbiamo parlare di meno e pedalare di più". Un'energia contagiosa, che è stata tanto utile quando si è fuso il motore del furgone: "Gli obiettivi si raggiungono superando gli imprevisti, e in questo gruppo non si molla mai". Sono tanti i ricordi che i ragazzi della Ciclofficina porteranno con sè, da Gasperini che dice "Se c'erano altre dieci partite vincevate il campionato", al commovente omaggio a Michele Scarponi: "Abbiamo visto l'Italia a 20 all'ora, e porteremo per sempre nel cuore non solo questa meravigliosa avventura, ma soprattutto il calore, l'entusiasmo, la generosità e la positività delle persone che abbiamo incontrato, la coesione e l'unità di questo fantastico gruppo e la bellezza dei paesaggi italiani".