Si fa sempre più concreta l'ipotesi di una vendetta trasversale per risalire al movente dell'omicidio di Gregorio Mezzatesta, di 54 anni, il dipendente delle Ferrovie della Calabria assassinato stamattina in un agguato a Catanzaro. Gli investigatori, infatti, ritengono credibile un collegamento tra l'assassinio di Mezzatesta e la vicenda giudiziaria in cui é coinvolto il fratello della vittima, Domenico, di 62 anni, accusato insieme al figlio Giovanni, di 43, del duplice omicidio in cui in un bar di Decollatura, nel lametino, il 19 gennaio del 2014, furono assassinati Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, di 29 e 36 anni.
Domenico e Giovanni Mezzatesta sono stati condannati all'ergastolo per il duplice omicidio, ma la sentenza della Corte d'assise d'appello di Catanzaro, nel giugno scorso anno, é stata annullata dalla Corte di Cassazione, che ha escluso l'aggravante della premeditazione rinviando gli atti ai giudici di secondo grado per la rideterminazione della pena. Dalle indagini sull'assassinio di Gregorio Mezzatesta, intanto, é emerso che ad uccidere il dipendente delle Ferrovie della Calabria sarebbe stata una sola persona armata di pistola.
L'omicida, secondo alcune testimonianze, indossava un casco da motociclista. Le persone che erano sul luogo dell'agguato, tra cui un collega di Mezzatesta che si trovava accanto l'auto al posto di guida della quale c'era la vittima, sono state sentite dagli investigatori, ma dalle loro testimonianze non sarebbero emersi elementi concreti per le indagini.