Siamo così giunti all’ultimo atto di questa lunga tenzone tra il sindaco uscente Sergio Abramo e lo sfidante Vincenzo Ciconte. Di centrodestra il primo, di centrosinistra il secondo.
Anche a Catanzaro si replica lo schema classico che in stragrande maggioranza nell’intero Paese ha caratterizzato questa tornata elettorale amministrativa: profumo di Prima Repubblica tra due protagonisti della vita politica catanzarese che sono invece figli della Seconda Repubblica, entrambi espressione di quella “società civile” che alla politica ha dato in presto il personale necessario a sostituire quella classe politica franata negli anni di Tangentopoli e incapace di rinnovarsi. Imprenditore Abramo con tre mandati da primo cittadino già portati a termine, primario cardiologo al “Pugliese” e consigliere regionale Ciconte. Stessa generazione (del 1958 Abramo, del 1955 Ciconte).
Ma i punti in comune tra i due finiscono qui. Per il resto sono storie diverse, come diversa è l’appartenenza politica (politica, non ideologica): Forza Italia il sindaco uscente, Partito Democratico lo sfidante.
I 75mila catanzaresi (per l’esattezza 75.290) chiamati oggi alle urne (seggi aperti dalle ore 7 alle 23, subito dopo lo scrutinio) dovranno scegliere tra l’uno e l’altro, tra centrodestra e centrosinistra, due espressioni dal significato a volte sbiadito, luoghi dell’anima più che dell’opzione culturale e politica. Novanta i seggi allestiti, e se lo spoglio non andrà a rilento come al primo turno, per prima dell’aurora di domani il capoluogo saprà chi è chiamato ad amministrarlo per i prossimi cinque anni.
La base di partenza è quella nota a tutti: Abramo (21.055 voti, 39,73%) è in vantaggio di poco meno di nove punti percentuali su Ciconte (16.453 voti) e parte dunque da una posizione di vantaggio. Ma come è noto il ballottaggio può anche riservare sorprese; molto dipende - si potrebbe dire banalmente - dal tempo (è estate, l’esodo dalle città è il tema dominante nei weekend, la gente va al mare e via discorrendo...), ma moltissimo può dipendere da quel che decideranno di fare gli altri protagonisti del primo turno rimasti fuori dal ballottaggio: la coalizione di Nicola Fiorita e il Movimento Cinquestelle. Se quest’ultimo tradizionalmente non dà alcuna indicazione di voto (e i suoi elettori il più delle volte preferiscono rimanere alla finestra a guardare), Fiorita, che pure non ha detto quale campo preferire (ma si sa, c’è la sua storia che parla per lui), ha fatto sapere che al seggio ci sarà per rispettare un impegno preso che se stesso più che con gli altri, A nessuno, del resto, ha detto dove metterà la croce. Un segnale comunque dall’indubbio significato politico.
Il dirigente del settore finanziario di Palazzo De Nobili, dott. Pasquale Costantino, ha reso noto che domani, lunedì 26 giugno, per esigenze di servizio legate alla odierna consultazione elettorale amministrativa, gli sportelli dell’ufficio tributi situati su corso Mazzini, rimarranno chiusi al pubblico.
Sempre Palazzo De Nobili ha pure comunicato che un analogo provvedimento, e per le stesse motivazioni (le esigenze di servizio collegate alle operazioni post-voto), rimarranno chiusi anche gli sportelli aperti al pubblico del l Settore Patrimonio che sono situati su Corso Mazzini al n. 188,