Perquisizioni a tappeto su tutto il territorio delle Serre e delle Preserre per risalire all’autore dell’omicidio di Pasquale Inzillo, morto ammazzato a colpi di fucile mercoledì scorso mentre stava percorrendo in motorino la via di casa.
I Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, coadiuvati dalla stazione di Soriano Calabro, agli ordini del capitano Mattia Ivano Losciale e del maresciallo Barbaro Sciacca, continuano le perquisizioni, personali e domiciliari, anche con l’uso dello Stub, lo strumento che permette di rilevare la presenza di polvere da sparo sul corpo.
L’esito dell’autopsia, effettuata nel pomeriggio di venerdì all’ospedale di Vibo Valentia, potrebbe rilevarsi importante ai fini dell’indagine. Con l’esame autoptico si accerterà, soprattutto, se Inzillo sia stato colpito dal suo assassino alle spalle, visto che presenta un foro alla nuca. Anche l’esito della perizia effettuata dai Ris sui quattro bossoli potrebbe dire qualcosa di più sull’assassinio dell’uomo.
Fatto sta, però, che le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, che agisce in collaborazione del nucleo investigativo provinciale, non risultano essere di certo facili. Il clima di omertà con il quale si scontrano gli investigatori nel corso dell’acquisizione delle testimonianze che, visto il luogo centrale della cittadina dove è avvento il delitto e l’ora (le 11 del mattino) potrebbero rilevarsi fondamentali e decisive.
La gente spesso non parla, magari, per paura di ritorsioni anche nei confronti dei familiari. L’omicidio di Inzillo ha letteralmente sconvolto la cittadina di Sorianello che, purtroppo, non è nuova a essere teatro di fatti di sangue di questo genere.
Ora spetta agli inquirenti capire se il 46enne aveva commesso qualche “errore” nell’ambito della faida tra le famiglie Loielo-Emanuele oppure se sia stato destinato alla morte per un semplice “sgarro”. Gli inquirenti indagano a 360 gradi sul caso non tralasciando nessuna pista.
Il disoccupato sorianellese, nei primi anni del 2000, è stato soggetto al regime di sorveglianza speciale per i reati di lesioni, sequestro di persona e porto abusivo di armi. Ultimamente la Questura di Vibo Valentia aveva disposto per Inzillo la misura dell’avviso orale sempre per il reato di porto abusivo di armi.
Lo spettro di un ritorno nell’entroterra Vibonese della faida si fa insistente e la paura dei cittadini sempre maggiore anche perché chi spara non ha timore di farlo nelle ore mattutine e in zone trafficate. L’omicidio di Inzillo potrebbe anche inquadrarsi negli ultimi agguati di faida. Nello scorso marzo quello di Domenico Stambè, ucciso mentre usciva dalla sua abitazione di Sant’Angelo di Gerocarne a colpi d’arma da fuoco e in aprile l’agguato perpetrato ai danni di Giovanni Nesci, di 27 anni, ferito sempre a Sorianello mentre viaggiava a bordo della sua auto. Anche Inzillo era scampato alla morte nel 2009 quando la sua autovettura era stata colpita da colpi di fucile in località Torre di Sorianello.