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Incubo 106, muri crollati e deviazioni capestro

Incubo 106, muri crollati e deviazioni capestro

Muri di burro, manto stradale irregolare, alcune gallerie semibuie, deviazioni e, come se tutto ciò non bastasse, una segnaletica alternativa spesso da rompicapo. Tutto si potrebbe liquidare con una battuta: “È la nuova 106, bellezza”, pensando alle condizioni della sua già pessima antenata jonica.

Ma il problema in realtà è ben più serio come dimostra anche l’inchiesta avviata dalla Procura di Catanzaro sul recente cedimento di un muro di contenimento dello svincolo “Catanzaro Ovest” lungo la carreggiata nord. Le indagini, ancora agli albori, puntano a capire le ragioni di un crollo arrivato a pochissimi anni dall’inaugurazione (2013) dell’arteria a quattro corsie, che durante la sua breve esistenza ha già annoverato decine e decine di interventi di manutenzione straordinaria; aspetti evidenziati anche in un esposto ad hoc del Codacons.

Sono gli uomini della Guardia di finanza a portare avanti le indagini coordinate dalla Procura e dopo i primi sopralluoghi svolti sul posto dalle Fiamme gialle toccherà ad approfondite consulenze tecniche svelare i tanti perché di una simile debolezza strutturale: in particolare i periti dovranno capire se si tratta di cedimenti dovuti all’utilizzo di cemento scadente o di terrapieni fatti male al punto da non garantire la stabilità dei manufatti.

Tutte possibili ipotesi, al momento, che però fanno riflettere su quanto sia importante sorvegliare con attenzione i cantieri delle opere pubbliche dall’apertura alla conclusione dei lavori e fino ai collaudi. I potenziali problemi ormai non sono più soltanto legati a questioni di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata attraverso imprese di comodo, ma anche al passo successivo: a come vengono, cioè, portati avanti quegli appalti gestiti da imprese legate al malaffare o invischiate nella corruzione “ordinaria”. Cemento depotenziato, gallerie eseguite non proprio a regola d’arte e magagne nascoste sottoterra sono emerse in diverse parti d’Italia proprio grazie a inchieste giudiziarie che hanno preso il via da problemi locali poi deflagrati.

E saranno dunque le indagini a chiarire la portata e gravità del fenomeno, anche per cercare di poter poi ripristinare in tempi rapidi la piena funzionalità di tutti i tratti. Oggi, infatti, quegli automobilisti che percorrono la carreggiata nord e devono uscire a Germaneto sono costretti a saltare l’uscita Catanzaro Ovest e raggiungere quella successiva; assieme al traffico quotidiano anche quello straordinario come i mezzi di soccorso (ambulanze, vigili del fuoco, anche le forze dell’ordine). Non va dimenticato che nell’area si trovano il campus universitario, il policlinico Mater Domini e la cittadella regionale.

Un problema analogo viene riscontrato da quegli utenti che arrivano dalla Statale 280 e intendono prendere la 106 in direzione nord, verso Simeri Crichi: anche per loro vale il “niet” causato dal crollo del muro di contenimento, che li costringe a imboccare l’arteria fino all’uscita di Borgia per tornare poi indietro. Ma la manovra è più facile a dirsi che a farsi, soprattutto per quegli utenti meno smaliziati e, soprattutto, non a conoscenza della geografia del territorio: districarsi tra rotatorie, strade locali e rampe di accesso corrette non è affatto semplice per via di una cartellonistica che non consente d’azzeccare con un semplice colpo d’occhio (come sarebbe corretto) la giusta direzione e così s’incontrano auto ferme sugli svincoli, automobilisti che smanettano su smartphone e navigatori, con rischi per la circolazione e, sicuramente, tempi di percorrenza che si allungano a dismisura.

Anche da questi semplici accorgimenti si misura la distinzione tra la cura per un’infrastruttura e la poca considerazione che le si rivolge; che si tocca con mano anche quando all’ingresso di alcune gallerie si trovano ancora i cartelli che indicano l’assenza d’illuminazione quando invece è stata ripristinata, quasi dappertutto, ormai da diversi mesi.

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