Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro su richiesta del procuratore distrettuale antimafia Nicola Gratteri e del pm Elio Romano sulla base delle informative del nucleo mobile del Gruppo della Guardia di finanza di Lamezia. Dagli accertamenti sarebbe emerso il valore sproporzionato ed ingiustificato rispetto ai redditi dichiarati ed al tenore di vita mantenuto. Dalle indagini è emerso come i familiari del "professore" trascorressero vacanze in rinomate località turistiche, facessero ricorso a chirurgia estetica, frequentassero costosi ristoranti senza lavorare. Il tribunale ha disposto anche la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la moglie e le due figlie di Giampà ritenute partecipi alla cosca.
La confisca ha riguardato due appartamenti, un'autovettura e disponibilità finanziarie per circa 10 mila euro. I beni erano già stati sottoposti a sequestro preventivo nell'ottobre del 2015. La successiva mancata giustificazione della loro legittima provenienza da parte di Giampà e dei suoi familiari, ha indotto il tribunale di Catanzaro a disporne la confisca.