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Gli interessi delle 'ndrine tra Crotone e Catanzaro

Gli interessi delle 'ndrine tra Crotone e Catanzaro

Le estorsioni, i prestiti a strozzo, il riciclaggio di denaro sporco, le intimidazioni. Fra Catanzaro e Crotone per anni avrebbe operato una vera e propria organizzazione “parastatale” capace di controllare il territorio in maniera completa, dagli appalti ai villaggi turistici, passando anche per l’influenza illecita sulle elezioni amministrative (Comune di Cropani).

A fine novembre - nell’ambito dell’operazione battezzata “Borderland” perché gravitante proprio al confine fra le due province - era stata eseguita dai poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro, con il concorso del Servizio centrale operativo (Sco) un’ordinanza di custodia cautelare a carco di 48 persone. Adesso la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, chiude il cerchio inviando a 62 soggetti l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

Cinquantanove capi d’imputazione (alcuni ancora coperti da omissis) sui quali ora gli indagati avranno venti giorni di tempo per chiedere di essere sentiti o presentare memoria difensive, dopodiché la Dda potrà procedere con le richieste di rinvio giudizio. Quella di associazione per delinquere di tipo mafioso (sia in termini di appartenenza organica che di concorso esterno) è naturalmente l’accusa pià pesante; poi ci sono le ipotesi - contestate a vario titolo - di , estorsione, violazioni in materia di armi, illecita concorrenza con violenza o minaccia, esercizio abusivo del credito; intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalità mafiosa e dalla finalità di avvantaggiare un’organizzazione criminale.

Sotto i riflettori degli inquirenti è finita la presunta cosca di ’ndrangheta facente capo alla famiglia Trapasso - che sarebbe sttaa egemone sul territorio costiero a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone - e la sospetta ’ndrina collegata dei Tropea.

Le indagini, secondo gli inquirenti, avrebbero svelato un “mondo parallelo” con particolari interessi nel settore turistico, capace di ramificarsi fino al Veneto e all’Emilia Romagna. Da San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, luogo di residenza dei Trapasso, a Cropani, le attenzioni si sarebbero estese fino al Catanzarese dove la stessa famiglia avrebbe messo in atto il proprio controllo anche attraverso i Tropea e i Talarico. Proprio in un territorio a cavallo tra le due province, la sospetta cosca sarebbe riuscita ad insediarsi nelle attività imprenditoriali, stabilendo una connessione diretta con i Grande Aracri di Cutro, ma anche con i Farao-Marincola di Cirò Marina, i Bubbo di Petronà e i Ferrazzo di Mesoraca e presunti legami con altri clan di tutta la regione. Nel corso della conferenza stampa all’indomani degli arresti, è stato fra l’altro rimarcato dagli inquirenti che alcuni rappresentanti avrebbero partecipato ai festeggiamenti della Madonna di Polsi a San Luca, nel Reggino, noti per essere occasione di incontro tra esponenti delle diverse organizzazioni malavitose della Calabria.

Secondo la Dda, la cosca cutrese sarebbe riuscita a mettere in atto una vera e propria “occupazione militare” della zona con il gruppo dei Tropea e dei Talarico, che prima sarebbero stati assoldati come “manovalanza”, poi con una propria autonomia anche se con obbligo di rendiconto ai Trapasso.

Oltre alle estorsioni nei confronti di imprenditori e al prestito di denaro a strozzo, la presunta cosca avrebbe avuto a disposizione un ingente quantitativo di armi, conquistando anche un ruolo di primo piano nel panorama della criminalità organizzata calabrese. Numerosi capi d’imputazione riguardano gli interessi nei villaggi turistici, non solo per i “classici” servizi di guardiania. Significative le presunte minacce a carico dei venditori di cocco sulle spiagge: nelle zone “controllate” avrebbero potuto transitare solo gli autorizzati.

Capitolo a parte per le elezioni comunali di Cropani, avvenute il 26 maggio 2014, concretizzatosi nell’accusa di concorso esterno a carico del candidato, diventato poi vicesindaco, Francesco Greco. Ricevuti gli atti dell’inchiesta, il prefetto Luisa Latella ha sospeso l’amministratore locali dalle funzioni di vicesindaco e consigliere comunale. Contestualmente al Comune di Cropani è stata invita una commissione d’accesso.

Allegato:

Chi è coinvolto nell’inchiesta

Gli avvisi sono destinati a 62 persone

Giovanni Trapasso, 69 anni; Vincenzo Trapasso, 66; Leonardo Trapasso, 48; Tommaso Trapasso, 39; Giuseppe Trapasso, 30; Gregorio Aiello, 42; Salvatore Aiello, 47; Antonio Bianco, 40; Vito Borelli, 41; Raffaele Bubbo, 48; Pier Paolo Caloiro, 38; Gianluca Colosimo, 32; Giovanni Colosimo, 32; Massimo Colosimo, 40; Alex Correale, 24; Alessandro Cosco, 24; Stefano Roberto Cosco, 41; Maurizio De Fazio, 48; Domenico Esposito, 39; Rosetta Esposito, 40; Rosario Falsetti, 50; Francesco Greco, 54; Luigi Greco, 64; Klodian Hymeti, 35; Giuseppe Graziano Macrì, 38; Salvatore Macrì, 49; Antonio Mancuso, 36; Giuseppe Mancuso, 29; Eliseo Mercurio, 44; Vincenzo Niutta, 49; Gianfranco Palaia, 41; Giuseppe Palaia, 47; Giuseppe Quintino, 41; Rolando Russo, 33; Francesco Talarico, 61; Giovanbattista Talarico, 41; Pasquale Talarico, 48; Vincenzo Talarico, 65; Antonio Taverna, 28; Carmine Taverna, 57; Carmine Tropea, 31; Francesco Tropea, 22; Giuseppe Tropea, 40; Renzo Tropea, 33; Vincenzo Tropea, 45; Antonio Viscomi, 40; Massimo Zofrea, 47; Salvatore Stanizzi, 33; Carmine Falbo, 59; Gino Talarico, 27; Antonio Gallo, 37; Emanuele Valenti Carcea, 32; Domenico Iaquinta, 35; Domenico Falcone, 53; Salvatore Scandale, 37; Filomena Muto, 71; Riadh Ben Salah, 45; Monica Pezzano, 46; Rinaldo Dolce, 49; Vincenzo Lucente, 54; Antonio Maiolo, 61.

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