Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 22 Aprile 2025

Estorsione e usura, 40enne ai domiciliari

Estorsione e usura, 40enne ai domiciliari

In sede di udienza di convalida dell’arresto di Gianluca Astorino, 40 anni, di Catanzaro, il gip del Tribunale del capoluogo Giovanna Gioia ne ha disposto la scarcerazione, applicando all’indagato la misura della detenzione domiciliare.

Astorino era stato fermato dai carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Girifalco con l’accusa di estorsione e usura aggravata nei confronti di un quarantenne girifalcese e condotto nella Casa circondariale di Catanzaro, nel quartiere Siano. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima, in grave crisi economica, era stata costretta a rivolgersi nel settembre scorso a un suo conoscente per ricevere un prestito di 2.000 euro; quest’ultimo poi si sarebbe rivelato il suo aguzzino pretendendo interessi usurari attraverso ripetute minacce, anche sul posto di lavoro. Stanco delle vessazioni subite, la vittima si rivolge ai carabinieri di Girifalco che, a seguito di una complessa indagine coordinata dal sostituto procuratore Domenico Assuma, arrestano Astorino in flagranza di reato, mentre, secondo quanto riferito dall’Arma, riceve una grossa somma di denaro ottenuta dietro minaccia. Nel corso di una perquisizione domiciliare, inoltre, i carabinieri, coadiuvati dalle unità cinofile dei carabinieri di Vibo Valentia rinvengono nella sua abitazione una pistola scacciacani e alcune cambiali.

Durante l’interrogatorio l’indagato, difeso dall’avvocato Valerio Murgano, ha fornito una versione alternativa dell’intera vicenda, respingendo tutte le accuse. Le prime indagini difensive hanno consentito di dimostrare come gli effetti cambiari sequestrati in casa dell’Astorino, ritenuti dagli inquirenti indicative dell’attività usuraria, fossero da ricondurre alla vendita di due mezzi (un furgone e uno scooter) e come la pistola scacciacani fosse detenuta legalmente. La difesa ha, quindi, chiesto e ottenuto dal gip il rigetto della custodia cautelare in carcere, sul presupposto che le dichiarazioni dell’indagato, unitamente alla documentazione prodotta, consentissero una valutazione quantomeno attenuata del quadro cautelare. Pertanto l’indagato ha lasciato il carcere, in attesa di poter ulteriormente chiarire la propria posizione.(le.va.)

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