Una bara di colore chiaro posta dinanzi l’altare e poi attorno la sua chitarra, il suo bastone da scout, la sua famiglia, il gruppo scout “Tropea 1”, gli amici, gli insegnanti e quanti lo hanno conosciuto.
Così la cattedrale di Tropea, colma all’inverosimile di persone e mestizia, ha accolto per l’ultimo saluto il giovanissimo Pasquale Tropeano, deceduto all’ospedale Pugliese di Catanzaro venerdì pomeriggio in seguito alle numerose ferite e al trauma cranico riportati nell’incidente della notte del 13 agosto alle porte di Tropea. Incidente su cui la Procura ha aperto un’inchiesta e che vede indagato un 25enne di Brattirò di Drapia.
«In circostanze come questa viene difficile lasciarci illuminare dalla parola di Dio, perché i nostri cuori sono in tumulto, la nostra mente è annebbiata dal dolore». Così, con la voce rotta dalla commozione, ha voluto iniziare la sua omelia don Nicola De Luca, anch’egli scout del gruppo “Tropea 1” ed amico di Pasquale. «Sono tante le domande che ognuno di noi si pone. Nessuno di noi può osare di rispondere. L’unica cosa che possiamo fare è alzare lo sguardo verso il Crocifisso. Tante volte mi sono domandato, in questi giorni, Signore dove sei? E non nascondo che la risposta l’ho avuta venerdì, quando ho salutato per l’ultima volta Pasquale. Ho sentito dentro di me la risposta: sono qui, in Pasquale. In questo rover, in questo ragazzo che era bontà fatta persona. E oggi resta a noi questa grande testimonianza». Invitando alla responsabilità di ciascuno, poiché ogni gesto compiuto ricade sul prossimo, don Nicola ha chiesto ai presenti, oltre alla vicinanza alla famiglia – che ha donato gli organi – dal giorno dopo le esequie, unità, aiuto e sostegno reciproco.
I funerali del 18enne tropeano, si sono quindi trasformati in un profondo momento di riflessione per allontanare gli egoismi e tornare al senso di comunità, responsabilità e altruismo. Qualità umane spiccate in Pasquale. A testimoniare chi era e quanto della sua personalità oggi resta nei cuori di quanti lo hanno conosciuto, oltre alla dirigente scolastica Beatrice Lento, per la quale Pasquale resterà nel suo liceo Scientifico per sempre, c’è stato un pensiero del cugino Domenico, letto in chiesa da uno scout. «In questi giorni hai lottato come un guerriero, fino allo stremo delle forze, e sono certo che volevi solo svegliarti e uscire dall’ospedale, andare dai tuoi cari per abbracciarli più forte che mai o, almeno, è quello che ho sempre voluto credere. Ma il destino aveva altro in serbo per te. Rimarrai nei nostri cuori perché ne fai parte. Eri un ragazzo che nella sua semplicità era perfetto. Hai passato gran parte della tua vita a fare del bene e non ti sei fermato nemmeno quando non hai potuto essere qui. Ti ricorderemo sempre come un guerriero, umile, disponibile, che ha sempre messo il prossimo davanti a sé».