Marco Gallo resta in carcere. Al presunto killer di Gregorio Mezzatesta, ucciso a Catanzaro lo scorso 24 giugno, il Tribunale del riesame ieri ha rigettato la richiesta di libertà dichiarandola «inammissibile». Le indagini degli inquirenti adesso puntano sul telefonino sequestrato a Gallo il 31 luglio, quando i carabinieri l’hanno arrestato nella sua villa a Falerna. Quello smartphone potrebbe rivelare i movimenti di Gallo, lametino 32enne con fedina penale immacolata, fatti la mattina dell’omicidio.
Per la procura di Catanzaro il giovane è un killer prezzolato che ha seguito Mezzatesta durante tutto il percorso che dal suo paese, Soveria Mannelli, l’ha portato a Catanzaro per prendere servizio alla stazione delle Ferrovie della Calabria. Dov’è stato ucciso. Sul cellulare gli inquirenti hanno disposto l’accertamento tecnico non ripetibile. Lo smartphone sarà spedito a Roma, dagli stessi tecnici informatici dei Ros che si occupano delle indagini sull’uccisione, un anno fa, dell’avvocato Francesco Pagliuso.
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