Cinquantaquattro condanne su 58 posizioni esaminate con tre sole assoluzioni e una sentenza di non doversi procedere per un altro degli imputati. Sono i numeri della sentenza emessa ieri dalla Corte di Appello di Bologna presieduta da Cecilia Calandra nel procedimento col rito abbreviato scaturito dall’operazione “Aemilia”, venuta alla luce nel gennaio del 2015 con 117 arresti di persone considerate colluse o affiliate a una presunta organizzazione di ‘ndrangheta con epicentro a Reggio Emilia ma legata ai Grande Aracri di Cutro.
I giudici del secondo grado hanno ribadito con poche eccezioni la sentenza emessa il 22 aprile 2016 dal gup di Bologna, (ne parliamo anche a pagina 18). Sono state così confermate le condanne a Nicolino Sarcone (15 anni); Alfonso Diletto (14 anni, 2 mesi e 20 giorni); Antonio Gualtieri (12 anni); Romolo Villirillo (12 anni e 2 mesi); Francesco Lamanna (12 anni); Antonio Silipo (14 anni). Tutti considerati esponenti di vertice del clan attivo sulle sponde del Po.
Non doveva rispondere di associazione mafiosa, ma di estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione e riciclaggio aggravati dal metodo mafioso Nicolino Grande Aracri al quale è stata confermata la condanna a 6 anni e 8 mesi. È stata invece ridotta, la pena all’imprenditore crotonese Giuseppe Giglio che si è “pentito”. Per il collaboratore di giustizia i giudici dell’Appello hanno disposto una condanna a 6 anni rispetto ai 12 anni e 6 mesi che gli erano stati inflitti dal gup.
Di associazione mafiosa, unita ad altri reati che vanno dall’estorsione all’usura, dal riciclaggio alle armi, dovevano rispondere altri 14 imputati. Come Giuseppe Richichi, assolto in Appello da un capo d’imputazione e prosciolto da un altro, il quale è stato condannato in secondo grado a 9 anni e 8 mesi (rispetto ai 10 anni del primo grado). Confermata la condanna a 4 anni per Giulio Giglio e ridotta di poco la pena al commercialista crotonese Donato Agostino Clausi al quale sono stati inflitti ieri 10 anni e 2 mesi (10 anni e 4 mesi in primo grado). Confermata la condanna a Salvatore Cappa a 9 anni e 4 mesi; mentre Michele Colacino che era stato assolto dal gup è stato condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione. Condannato in Appello a 4 anni per concorso esterno in associazione mafiosa il consigliere comunale Fi di Reggio Emilia Giuseppe Pagliani, assolto in primo grado. Roberto Turrà è stato invece assolto in appello. Era stato condannato a 9 anni e 6 mesi dal gup.
Stesse condanne del primo grado per Giuseppe Pallone (5 anni e 10 mesi); Alfonso Martino (9 anni), Pasquale Battaglia (8 anni e 4 mesi). Confermate inoltre le assoluzioni di Selvino Floro Vito e Francesco Lepera. Ribadite le condanne per come deciso dal gup a Francesco Frontera (8 anni e 10 mesi); a Domenico Mimmo Mesiano (8 anni e 6 mesi); Antonio Cianflone (8 anni e 6 mesi), accusati di concorso esterno. Confermata la condanna anche alla fiscalista bolognese Roberta Tattini (8 anni e 8 mesi), imputata per concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e ricettazione; e al giornalista di Modena Marco Gibertini, condannato in primo grado a 9 anni e 4 mesi (era accusato anche per estorsione, tentata estorsione e violenza privata).
Confermate inoltre le decisioni del gup per: Giovanni Procopio (4 anni e 8 mesi); Bilbil Elezaj (5 anni); Alessandro Palermo (assolto); Vittorio Mormile (5 anni e 6 mesi); Domenico Curcio (4 anni e 6 mesi); Antonio Frizzale di Manfredonia (3 anni e 4 mesi) e Giuseppe Manica (10 mesi). Pena ridotta a 3 e 8 mesi a Francesco Silipo (4 anni in primo grado) ed a Gianluca Crugliano (un anno, 6 mesi e 20 giorni rispetto a 1 anno e 8 mesi del primo grado). Confermate ancora, le condanne allo statunitense Michael Stanley Salwach (2 anni e 4 mesi); a Vincenzo Ferraro di Palmi (5 anni e 4 mesi); 3 anni e 8 mesi, Domenico Amato di Taurianova (3 anni e 8 mesi); Gennaro Gerace (3 anni e 6 mesi); Mario Calesse di Sant’Eufemia d’Aspromonte (4 anni); Sergio Pezzatti (5 mesi); a Giovanni Vecchi di Reggio Emilia (4 anni e 10 mesi); Patrizia Patricelli (4 anni e 10 mesi); Francesco Gullà (4 anni); Barbara Nigro di Scandiano (un anno e 8 mesi); Giuseppe Oppedisano di Gioiosa Jonica (3 anni e 6 mesi); Antonio Blasco (1 anno, 3 mesi e 10 giorni); Giulio Gerrini di Bologna (2 anni e 4 mesi); Antonio Gullà (1 anno e 8 mesi); Gaetano Caputo (1 anno e 2 mesi); Antonio Marzano di Locri (1 anno e 8 mesi); Domenico Foggia (1 anno e 8 mesi); Francesco Spagnolo (1 anno e 8 mesi). Ridotta di poco (2 anni e 8 mesi rispetto ai 2 anni e 9 mesi del primo grado), la pena a Raffaele Oppido. I giudici hanno poi dichiarato prescritta una delle accuse contestate ad Antonio Muto che è stato assolto dall’altro capo di imputazione (era stato condannato a 1 anno e 4 mesi in primo grado) ed assolto Vincenzo Salvatore Spagnolo condannato dal gup a 1 anno e 8 mesi. Assolto in Appello anche per Alfonso Patricelli (1 anno e 4 mesi in primo grado) mentre è stata aumentata a un anno e 8 mesi la condanna a Paolo Pelaggi condannato dal gup a 1 anno e 6 mesi.(l. ab.)