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Vibo, Provincia sull’orlo del baratro

Vibo, Provincia sull’orlo del baratro

Portare all’attenzione del governo nazionale il “caso Vibo” affinchè da esso venga trattato. Leggasi risolto.

E per tirare fuori dal pantano la Provincia di Vibo Valentia non bastano le disponibilità ma, in questo preciso momento, servono le azioni. Azioni forti affinchè a Roma non giunga soltanto la voce dei dipendenti dell’Ente senza stipendio da quasi cinque mesi, ma quella di un’intera regione considerato che la situazione è ormai al collasso e a rischio chiusura ci sono 425 km di strade e quasi tutti gli istituti scolastici superiori.

Tagliato fuori, unitamente ad altre 5 Province, dalla ripartizione delle risorse governative (72 milioni da dividere per 40 Province) l’Ente vibonese si gioca ora l’ultima carta che è quella di un emendamento alla legge di stabilità 2018. Ma per centrare questo obiettivo è necessario trovare l’unità di intenti con la politica. Pertanto alla Regione ieri ha bussato una delegazione composta dalle rsu dei dipendenti della Provincia di Vibo e dai rappresentanti sindacali (Cgil, Cisl, Uil). A riceverli il vice capo di gabinetto del governatore Mario Oliverio, la dottoressa Carmen Barbalace, che ha ascoltato le loro istanze. E alla Regione i lavoratori hanno chiesto un impegno politico forte affinchè la strada dell’emendamento non sia a fondo cieco. Un impegno del governatore in primo luogo e poi quello dell’intero consiglio regionale. La delegazione di dipendenti della Provincia di Vibo, infatti, ha chiesto che la questione venga inserita all’ordine del giorno del primo consiglio regionale così che l’assemblea possa deliberare in merito e inoltrare il documento a Roma.

Insomma si cerca di fare il possibile affinché l’ente intermedio non imploda definitivamente con ripercussioni gravi per un territorio che da anni cammina sul filo rosso delle criticità. Un ente da tempo in caduta libera, ridotto all’osso da decenni di mala amministrazione – ciliegina sulla torta l’ammanco di un milione e 700mila euro scoperto qualche anno fa – e che oggi annaspa in un default più che conclamato visto che è in dissesto da ben sei anni e l’equilibrio di bilancio è diventato una chimera. E per salvare la Provincia di Vibo – il presidente Andrea Niglia da tempo lo predica – occorrono 25 milioni, 15 per riequilibrare i bilanci e 10 per ripartire.

Ieri a Catanzaro i dipendenti dell’ente intermedio vibonese – ora concentrati sullo sciopero generale del 6 ottobre – hanno illustrato il quadro complessivo alla Barbalace sollecitando la Regione anche a mettere mano alla legge di riordino, nonchè a iniziare e completare il trasferimento del mutuo sportivo dalla Provincia alla Regione. Un’operazione che alleggerirebbe e non di poco l’ente vibonese considerato che i mutui (2 milioni all’anno) pesano come macigni. Sul tavolo anche la nota dolente degli stipendi arretrati. La Regione a giorni dovrebbe far partire una prima trance di 900mila euro e parte della somma potrebbe essere utilizzata per pagare un’altra mensilità. Sempreché si faccia in fretta e l’operazione venga svolta pria dell’1 ottobre bypassando così l’accreditamento della banca.

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