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Tre secoli per la mafia del turismo

Tre secoli per la mafia del turismo

Le richieste del pm distrettuale di Catanzaro arrivano a circa dieci mesi dall’avviso di conclusione indagini. Ieri, infatti, il pm Andrea Mancuso ha avanzato al gup richieste di condanna per 309 anni e 6 mesi di carcere, nei confronti di 31 imputati, che hanno optato per l’abbreviato, coinvolti nell’operazione “Costa pulita” attraverso cui Dda, Carabinieri, Polizia e Gdf hanno inferto un duro colpo alla ‘ndrangheta del turismo, operante nel Vibonese.

Tra loro anche il presidente della Provincia di Vibo, nonchè sindaco di Briatico, Andrea Niglia; l’ex sindaco di Briatico Francesco Prestia e l’ex consigliere di maggioranza (consiliatura Prestia), Sergio Bagnato. Nei loro confronti il pm ha chiesto 2 anni ciascuno. Niglia era finito nell’inchiesta per presunta corruzione elettorale, mentre concorso esterno in associazione mafiosa è il reato contestato a Prestia e Bagnato.

Intanto ieri le richieste più pesanti (20 anni di carcere) il pm Mancuso le ha avanzate a carico di Antonino (Nino) Accorinti, ritenuto dagli inquirenti a capo dell’omonima “famiglia” di Briatico e del figlio Antonio Accorinti, mentre 18 anni di detenzione è la pena richiesta per Simone Melluso, di Briatico. Inoltre 14 anni di carcere sono stati chiesti per Nazzareno Colace di Portosalvo (Vibo); Giuseppe Granato, di Briatico; Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone; Emanuele Melluso, Francesco Melluso, di Briatico e Carlo Russo di Zambrone. E ancora 12 anni ciascuno il pm li ha richiesti per Carmine Il Grande (58 anni) ritenuto a capo dell’omonima “famiglia” di Parghelia, Francesco Marchese, Salvatore Muggeri e Salvatore Prostamo, di Briatico. Di dieci anni di carcere è stata la richiesta per il boss di Limbadi Cosmo Mancuso; per Ferdinando Il Grande, di Parghelia; Gerardo La Rosa di Tropea; Francesco Grillo, Pasquale Prossomariti di Santa Domenica di Ricadi, Davide Surace e Federico Surace, entrambi di Spilinga, mentre nei confronti di Felice Lo Iacono di San Costantino di Briatico il pm ha chiesto 9 anni.

Più lievi le richieste a carico di Giuseppe Evalto, imprenditore di Spilinga (6 anni); Giancarlo Lo Bianco di Portosalvo (6 anni); Salvatore Muzzupappa di Nicotera (6 anni) e Giovanni Rizzo di Nicotera (6 anni). Infine 5 anni e 4 mesi è stata la richiesta nei confronti di Giancarlo Giannini, ex consigliere comunale di Vibo Valentia, di 3 anni e 4 mesi per Evgeniya Umyarova e di un anno e 10 mesi per Francesca Galea di Siderno.

Scattata nell’aprile del 2016 l’operazione “Costa pulita” ha disegnato un nuovo spaccato degli interessi della ’ndrangheta nel settore del turismo. Un business curato con “rispetto” dai Mancuso di Limbadi e dalle ’drine satelliti, ovvero gli Accorinti e i Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia e i La Rosa di Tropea. Associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi e sostanze esplodenti i reati, a vario titolo, contestati.

Il processo in corso davanti al Tribunale di Vibo vede parti civili: la Regione, la Provincia di Vibo, i Comuni di Vibo, Briatico e Parghelia e l’associazione antiracket. Nell’udienza di ieri invece hanno avanzato la stessa richiesta, attraverso l’avvocatura dello Stato, il Viminale e il commissario antiracket. Inoltre hanno chiesto di costituirsi parte civile anche gli imprenditori Francesco Cascasi (Vibo Marina), Giuseppe Di Masi (Rizziconi), Angelo Derenzo (Maierato) Salvatore Bargallo (Briatico) e Lucia Romano (Vibo Marina).

Oltre ai 31 imputati che hanno scelto d’essere giudicati con l’abbreviato, altri 55 saranno processati con rito ordinario.

Intanto dallo scorso agosto è al lavoro al Comune di Briatico la commissione d’accesso inviata dal prefetto di Vibo, Guido Longo, su delega del ministro dell’Interno. In passato il consiglio comunale del centro turistico del Vibonese è stato sciolto due volte per presunte infiltrazioni mafiose.

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