«Ti ammazzo, ti ammazzo». Coltello in mano, si è scagliato contro colui che reputa responsabile del fallimento del suo matrimonio. E, secondo la Polizia che ha raccolto una serie di testimonianze, ha tentato di ucciderlo con una raffica di fendenti non andati a segno soltanto per la pronta reazione della vittima dell’aggressione e di alcuni passanti.
Il finimondo è scoppiato ieri mattina poco prima delle 11 in un circolo privato di via Murano, nel quartiere Lido. Il 50enne D.F.G. si è scagliato contro un avventore tentando di colpirlo all’altezza del ventre; nonostante l’intervento dei gestori e di altre persone che in quel momento si trovavano nel locale avventori del locale non si è inizialmente riusciti a distoglierlo dal suo intento finché probabilmente il suono delle sirene della Polizia non gli ha consigliato una rapida fuga.
Gli agenti del Commissariato di Lido hanno impiegato poco a identificare l’autore dell’aggressione, che è risultato lo stesso uomo al quale poco prima era stata notificata un'ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla moglie e dai due figli minorenni. Il provvedimento richiesto dal pm Stefania Paparazzo è stato emesso gip Claudio Paris nell'ambito del procedimento per maltrattamenti in famiglia innescato dalla denuncia di una 42enne.
Nel corso delle indagini, la Polizia ha messo insieme una serie di elementi sfociati nell'accusa della Procura: D.F.G. avrebbe «sottoposto la moglie – riferisce la Polizia - a un complesso di attività persecutorie e vessatorie, a durevoli sofferenze fisiche e morali, così rendendo abitualmente dolorosa e mortificante la convivenza». La donna e i due figli avrebbero così vissuto «in un costante stato di intollerabile disagio, di paura e di soggezione psicologica, tanto da essere costretti a lasciare l’abitazione coniugale ed a pernottare in luoghi diversi, per il timore di essere rintracciati». Si è giunti dunque alla misura cautelare che vieta al 50enne catanzarese di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla moglie, dai figli e da altri familiari, prescrivendogli anche di mantenere da loro, in caso di incontro occasionale, una distanza di almeno 300 metri, nonché il divieto di comunicazione.
“Incassato” il colpo, l’indagato ha permesso a moglie e figli di portar via vestiti ed effetti personali dall’abitazione coniugale nella quale l’uomo sarebbe rimasto a vivere. Ma subito dopo, andata via la Polizia, si sarebbe precipitato nel circolo di via Murano dov’era sicuro d’incontrare l’uomo al quale addebita il fallimento del matrimonio.
In casa di D.F.G. i poliziotti hanno trovato il coltello utilizzato per l’aggressione e nascosto in un balcone, accanto al secchio della spazzatura. L’uomo è stato quindi arrestato per tentato omicidio. Oggi, difeso dall’avv. Eugenio Perrone, verrà processato per direttissima.(g.l.r.)
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