Che il territorio fosse “vocato” alla marijuana da qualche tempo era emerso in tutta la sua gravità. L’attività di spaccio, in qualche caso “arricchita” dalla produzione in loco, ha praticamente fatto sì che nelle piazze l’erba per farsi qualche canna fosse praticamente a km zero. Un fenomeno che colpisce anche la “Vibo bene” e che viene seguito con estrema attenzione dalle forze dell’ordine con controlli che spaziano sull’intero territorio provinciale.
E dopo le sette misure cautelari personali eseguite all’alba di mercoledì (cinque indagati sono finiti ai domiciliari mentre per altri due il gip ha disposto l’obbligo di firma) un altro arresto (sempre ai domiciliari) è stato fatto dagli uomini della Squadra mobile.
La serie di perquisizioni avviate dagli agenti – con l’ausilio delle Unità cinofile specializzate e del Reparto prevenzione crimine “Calabria Centrale” – ha consentito il ritrovamento nell’abitazione di Laura La Grotteria, di 33 anni, circa 16 grammi di marijuana già suddivisa in dosi, nonché un bilancino di precisione e materiale per il confenzionamento. Nel corso della perquisizione, inoltre, sono stati rinvenuti appunti di contabilità e denaro contante per circa 800 euro. Su disposizione dell’autorità giudiziaria la 33enne – la cui posizione non è collegata al giro di marijuana portato alla luce con l’operazione “Giovani in erba” – è stata sottoposta agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.
Ieri Laura La Grotteria (difesa dall’avv. Angelo Spasari) è comparsa davanti al giudice Mariagrazia Monaco che ha convalidato l’arresto, ma accogliendo l’istanza della difesa ha rimesso in libertà la donna nei cui confronti il pm aveva chiesto l’applicazione dell’obbligo di presentazione alla pg.
E ancora, nell’ambito dei controlli, dosi di sostanza stupefacente, ma in questo caso in minima quantità, sono state rinvenute e sequestrate anche nell’abitazione di S. R. di 25 anni, con precedenti specifici.
Ma a preoccupare oggi, come ieri, è il coinvolgimento nel giro, in qualità di consumatori (e nel caso anche di spacciatori) di ragazzi adolescenti o poco più grandi. Era emerso in altre operazioni ed è riemerso in questi giorni a conclusione dell’inchiesta “Giovani in erba” condotta dalla Squadra mobile con il coordinamento della Procura. Operazione che ha consentito agli inquirenti di smantellare altre due piazze di spaccio cittadine, perché – secondo quanto rilevato dalle indagini – per l’acquisto di marijuana bastava farsi un giro nella zona del Cancello rosso o arrivare fino alla villetta comunale di Piscopio.
Un giro che sarebbe stato movimentato dai cinque piscopisani finiti ai domiciliari e da una rete di “collaboratori”. Nello specifico destinatari dell’ordinanza di misura cautelare ai domiciliari – emessa dal gip Gabriella Lupoli – sono stati Giovanni, Michele Arcangelo e Antonio Zuliani – rispettivamente di 21, 19 e 25 anni – tutti difesi dall’avv. Francesco Muzzopappa; Arcangelo Michele D’Angelo, di 27 anni e Nicola Doria, di 30 (avv. Marco Talarico.
L’obbligo di presentazione alla pg è stato, invece, disposto per Emmanuele La Bella, di 25 anni (avv. Laura Moscella) e per Francesco Morano di 20 (avv. Francesca Giovinazzo).
Gli interrogatori
Sono stati fissati per lunedì prossimo – davanti al gip Gabriella Lupoli – gli interrogatori di garanzia degli indagati coinvolti nell’operazione “Giovani in erba”.
Le indagini, avviate dalla Squadra mobile nel luglio del 2016, hanno consentito non soltanto di smantellare due piazze di spaccio di marijuana in città, ma anche di delineare le posizioni dei singoli indagati i quali avrebbero agito in modo autonomo ed estemporaneo . Insomma un gruppetto pronto semmai a darsi una mano in caso di necessità, ma non organizzato.
Da quanto emerso dalle indagini un ruolo “dinamico” nel business marijuana avrebbero avuto i fratelli Zuliani e gli altri piscopisani coinvolti, come alquanto “dinamico” e consistente sarebbe stato il traffico di acquirenti nelle due piazze di smercio cittadine, dove il prezzo di una dose sarebbe oscillato tra i 10 e i 20 euro.