Crotone
«Un perverso fil rouge». Utilizzano la lingua francesce gli investigatori della Dda Bolognese per descrivere nell’ordinanza dell’operazione “Aemilia ’92” quella lunga scia di sangue che precedette gli omicidi nel settembre e nell’ottobre del 1992 Reggio Emilia e Brescello di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero, per i quali sono stati arrestati Nicolino Grande Aracri, Nicolino Sarcone a Angelo Greco di San Mauro detto “Lino”. Quest’’ultimo ieri davanti al gip di Catanzaro Claudio Paris che lo ha interrogato per rogatoria, ha negato l’accusa di essere uno dei killer che uccise Giuseppe Ruggiero. «I collaboratori di giustizia si contraddicono perchè non dicono il vero», ha osservato Greco, assistito nell’interrogatorio dall’avvocato Sergio Rotundo. Il 52enne di San Mauro Marchesato, è indicato sia dal collaboratore di giustizia Angelo Salvatore Cortese, sia da Antonio Valerio che sta “vuotando il sacco” da quest’estate, come uno dei killer che con una Fiat Uno trasformata di una “gazzella” dei Carabinieri e travestiti da da militari, la notte del 22 ottobre 1992 raggiunsero Brescello e dopo essersi fatti aprire la porta di casa dalla moglie, spararono e uccisero il 33enne Giuseppe Ruggiero. Un agguato – così come quello messo a segno il mese prima a Reggio Emilia in cui morì Nicola Vasapollo – che seguì di poco l’uccisione a Colonie Padane in provincia di Cremona di Dramore Ruggiero e di Antonio Muto del ‘54 (ucciso per errore) e per il quale venne condannato all’ergastolo Antonio Crivelli detto “Spara lesto”.
Il duplice omicidio di Cremona per gli investigatori «appare strettamente legato da un perverso fil rouge», sia agli omicidi di Nicola Vasapollo che di Giuseppe Ruggiero che ad altri precedenti. Ed a questo proposito, gli inquirenti emiliani riportano la sentenza della Corte d’Assise di Cremona su tutti i fatti di sangue che precedettero la morte di Dramore Ruggiero.