Crollano muri di contenimento, sorgono dislivelli sul manto stradale, cadono calcinacci in galleria e i tunnel sono in parte ancora al buio. È un panorama preoccupante quello che negli ultimi anni ha caratterizzato il nuovo tratto della Statale 106 realizzato tra Simeri Crichi e Squillace, che attraversa il territorio di Catanzaro e che rappresenta uno snodo fondamentale per la viabilità dell’intera costa jonica, consentendo di raggiungere rapidamente non solo le grandi vie di comunicazione, la Due Mari e l’autostrada A2, ma anche di raggiungere, attraverso strade a quattro corsie, l’Università Magna Græcia, il Policlinico universitario “Mater Domini” e la Cittadella regionale, strutture strategiche tutte sorte nell’area di Germaneto.
Gli automobilisti vorrebbero giustamente avere la certezza di utilizzare una strada sicura in ogni suo aspetto, anziché leggere di uno stillicidio di problemi che comporta, con cadenza quasi mensile, chiusure parziali, limitazioni alla percorribilità e percorsi alternativi che, spesso, non sono neanche ben indicati e ingenerano confusione negli utenti della strada. Ultimo in ordine di tempo è stato l’evento notturno della caduta di calcinacci all’interno della galleria Manche di Castello, tra Squillace e Borgia, che ha causato la foratura di alcuni pneumatici a quegli automobilisti che per sfortuna si sono trovati a passare a quell’ora. Sfortuna da un lato ma buona sorte dall’altro, perché se quei calcinacci avessero colpito il parabrezza o un’altra parte fragile dell’auto oggi si parlerebbe di tragedia e si sarebbe già alle prese con un’inchiesta penale volta ad accertare le eventuali responsabilità.
Quest’ultimo aspetto non è comunque del tutto escluso, visto che la Procura di Catanzaro proprio nei mesi scorsi ne ha avviata una per accertare le cause del cedimento che ha portato al crollo di un muro di contenimento all’altezza dello svincolo n. 6, quello di Catanzaro Ovest, causando la chiusura a metà giugno scorso dell’uscita per Germaneto, che secondo Anas potrebbe essere riaperto per la fine di novembre. Le indagini della magistratura – che ha inviato dei consulenti sul luogo del cedimento, le cui relazioni sono ora al vaglio degli inquirenti – sono volte a capire se i materiali utilizzati o le procedure di costruzione della struttura siano stati tali da determinare un cedimento nel giro di pochi anni, considerando che la nuova 106 è stata aperta nella sua interezza tutto sommato da pochissimo tempo, nel 2013. E non è escluso, a questo punto, che qualche approfondimento venga fatto anche in altri punti della strada, dunque anche sulle gallerie proprio alla luce della caduta di calcinacci di qualche giorno fa. Al momento tra le ipotesi si pensa a qualche infiltrazione d’umidità ma sarà bene fare chiarezza, per evitare che si creino pericoli e disagi alla circolazione stradale.