Antonio Demasi, a capo di una lista civica, è tornato alla guida dell’amministrazione comunale di Nardodipace. Al termine dello scrutinio, conclusosi a notte fonda, Demasi ha sconfitto nettamente il suo diretto antagonista Piero Tassone, a capo della civica Uniti per Nardodipace, sostenuto dall’ex sindaco Romano Loielo.
Il neosindaco, eletto a capo della compagine Nardodipace Riparte, contava tra i suoi sostenitori il parlamentare del Pd Bruno Censore. Calo di votanti rispetto alle precedenti elezioni. Alle urne si sono recati 861 elettori, rispetto ai 953 delle precedenti amministrative. Una campagna elettorale quella appena terminata che si potrebbe definire al “vetriolo” dove, in effetti, non ci sono stati molti incontri con il pubblico e non c’è stato un confronto tra i candidati. Il periodo di preparazione al voto ha assunto sin da subito un tono teso tra le liste dell’ex sindaco De Masi e quella sostenuta dall’ex sindaco Romano Loielo mentre si è tirata completamente fuori dalla competizione la compagine guidata da Giuseppina Antonietta Carè che non è mai comparsa in pubblico e non ha fatto nessuna attività politica. Da rilevare che questo periodo di sfida per la conquista del Palazzo di Città è stato connotato da atti intimidatori perpetrati ai danni di alcuni candidati consiglieri. Maurizio Maiolo, per esempio, candidato nella lista “Uniti per Nardodipace”, è stato vittima di un atto intimidatorio ai danni della sua autovettura che si trovava parcheggiata nei pressi della sua abitazione di Cassari. L’ex assessore ha imputato il fatto proprio alla campagna elettorale e alla sua candidatura in lista. Anche un veicolo del fratello di un altro candidato nella lista “Uniti per Nardodipace”, Salvatore Tassone, è stato destinatario di un atto intimidatorio. Un motoveicolo “Ape Poker” di proprietà di Cosimo Tassone, ex consigliere comunale di minoranza nel mandato amministrativo dal 1997 al 2002, parcheggiato in un’area di campagna appena fuori dal centro abitato della frazione Cassari, è stato dato alle fiamme. Il tentativo, fortunatamente, non è andato a buon fine perché il fuoco non è riuscito a divampare.
Il Comune è stato gestito per circa due anni da una commissione straordinaria composta dal viceprefetto, Francesca Giovanna Buccino, dal viceprefetto aggiunto, Giuseppe De Marco, e dal funzionario economico-finanziario, Stefano Tenuta. I commissari sono stati nominati per un periodo di 18 mesi chiedendo, poi, allo scadere del tempo, una proroga di altri tre mesi.
Lo scioglimento del consiglio comunale, capeggiato dall’ex sindaco Romano Loielo, era avvenuto nel dicembre 2015 per la seconda volta in poco tempo. La scorsa commissione prefettizia, insediatasi in seguito allo scioglimento del civico consesso, sempre a firma Loielo, per presunte infiltrazioni mafiose, aveva diretto il comune del piccolo centro montano per quasi due anni fino alle elezioni amministrative avvenute nel mese di novembre 2013 che hanno portato nuovamente alla vittoria di Loielo
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