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Aziende ospedaliere, l’integrazione segna il passo

Aziende ospedaliere, l’integrazione segna il passo

Arriva ancora una volta un segnale interlocutorio dalla sanità catanzarese per quel che riguarda il processo di integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” e quella universitaria “Mater Domini”. Il dato emerge dall’ultima riunione congiunta del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali in materia di sanità (affidata al commissario ad acta per il piano di rientro dal disavanzo Massimo Scura) e del Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza (gli ormai famosi “Lea”).

Il Tavolo di verifica e il Comitato permanente hanno chiesto, nel “mare magnum” degli adempimenti da portare avanti per rimettere in asse la sanità calabrese, informazioni anche sul processo di integrazione tra le due aziende ospedaliere catanzaresi. L’argomento già nello scorso mese di luglio era stato al centro della medesima richiesta da parte di Tavolo e Comitato, che avevano fatto riferimento a quanto già messo nero su bianco nella riunione di verifica del novembre 2016.

«Non essendo pervenuta documentazione a riguardo, Tavolo e Comitato chiedono aggiornamenti» è la conclusione del tavolo tecnico ministeriale che, dunque, se da un lato rinvia la questione in attesa di questi «aggiornamenti» fa però anche mostra di non aver affatto “mollato la presa” e di attendersi, anzi, precise azioni verso un obiettivo importante per la sanità cittadina e non solo. Il processo di integrazione rappresenta in effetti il punto verso il quale convergere per le due realtà ospedaliere cittadine, ancor più alla luce delle performance non proprio brillanti ottenute dalle due aziende sul fronte del risanamento dei conti, penalizzato da una serie di criticità che finiscono per riverberarsi sia sul servizio che sulla situazione finanziaria.

Proprio alla luce di questo quadro poco roseo e molto “rosso”, i direttori generali delle due aziende dovranno inserire nei rispettivi nuovi piani di rientro (chiesti dal commissario Scura) una proposta concertata di integrazione funzionale tra le due strutture.

L’azienda ospedaliera unica, del resto, potrà portare inevitabilmente a realizzare delle economie di scala, com’è facilmente intuibile, che andranno a influire in maniera positiva sui conti ma che potrà anche portare a cambiamenti sul fronte dell’organizzazione dei servizi: integrare vuol dire in effetti eliminare i “doppioni”, sia in campo sanitario che tecnico-amministrativo.

Appena qualche mese fa, sulla scorta di un’inchiesta della Gazzetta del Sud, l’argomento era tornato prepotentemente alla ribalta ed era stato anche al centro di un incontro tra i direttori generali delle aziende ospedaliere cittadine e sanitaria. Da allora, però, nulla si è mosso anche se, probabilmente, alla luce delle richieste “romane” qualcosa dovrà accadere entro tempi ragionevoli.

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