La tempesta scatenata dall’operazione “Stige” travolge le amministrazioni locali già decapitate dalla Dda di Catanzaro con gli arresti di martedì.
A Cirò Marina e Strongoli, tra ieri e l’altro ieri, la gran parte dei consiglieri che componevano le assemblee elettive dei due Comuni, hanno gettato la spugna. Una raffica di dimissioni che avrà come prima conseguenza lo scioglimento delle due amministrazioni comunali ai sensi del Testo Unico degli enti locali. Si è inoltre dimesso anche il vicepresidente della Provincia di Crotone Armando Foresta ed hanno annunciato le loro dimissioni (rinviate a dopo l’approvazione del rendiconto 2016 e del bilancio di previsione 2017), tutti i dieci consiglieri provinciali dell’ente guidato fino a martedì da Nicodemo Parrilla.
Del resto ieri poco prima che venissero rese note le dimissioni di massa dei consiglieri dei due comuni e della Provincia, aveva annunciato le sue dimissioni al termine dell’interrogatorio di garanzia anche il sindaco di Strongoli Michele Laurenzano. Il 42enne esponente del Pd è accusato dalla Dda di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta sulla cosca di Cirò Marina. Un’indagine, quella condotta dai Carabinieri del Ros e dai militari del Comando provinciale di Crotone, che si occupa anche del clan Giglio di Strongoli. Laurenzano è infatti accusato di aver agevolato come sindaco sia per quel che riguarda il Piano spiaggia che l’assegnazione di alcuni lavori, esponenti o ditte vicine o colluse con la cosca che sarebbe capeggiata da Salvatore Giglio.