Trent'anni di reclusione ha inflitto il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Crotone, al 51enne di Cirò Marina Salvatore Fuscaldo, accusato dell'omicidio della 42enne commessa e vicina di casa, Antonella Lettieri.
Intorno alle 15,30 il giudice Francesca Familiari ha emesso dopo una camera di consiglio durata due ore e mezza circa, la sentenza di primo grado del procedimento scaturito dalla morte della 42enne, barbaramente uccisa la sera della festa della donna lo scorso 8 marzo, nella sua casa di Via Cilea, a Cirò Marina.
Una condanna a trent'anni per l'imputato, giudicato col rito abbreviato, aveva chiesto stamattina il pubblico ministero Alfredo Manca, che ha coordinato le indagini sul delitto. Indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cirò Marina e dagli investigatori del Comando provinciale dell’Arma, che si sono avvalsi del supporto scientifico dei Ris di Messina. Salvatore Fuscaldo, in carcere a Castrovillari dal 16 marzo scorso e reo confesso del delitto, è stato assistito nel procedimento dall'avvocato Francesco Amodeo. Parti offese nel procedimento sono state le sorelle della commessa uccisa: Caterina, Rosa, Nadia, Rita e la gemella Silvia Lettieri, proprietaria, con il marito, del minimarket nel quale lavorava Antonella. I familiari della vittima sono stati assistiti dall’avvocato Mariano Salerno. A Fuscaldo la Procura della Repubblica di Crotone contestava l’omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Per gli investigatori l’omicidio di Antonella Lettieri sarebbe stato causato dall’intenzione della commessa quarantaduenne di accettare la corte di un suo assiduo corteggiatore, un suo coetaneo; Fuscaldo nel passato benchè sposato, pare avesse avuto una relazione con la commessa che era la migliore amica della moglie Caterina. Il giorno prima del delitto, in occasione del compleanno di Antonella, uno giovane interessato sentimentalmente alla commessa, le inviò un mazzo di fiori. Quel gesto avrebbe provocato una gelosia feroce e cieca in Fuscaldo che, in possesso delle chiavi della casa di Antonella, avrebbe atteso che la donna rientrasse dal lavoro dopo le 21 dell'8 marzo, per ucciderla, sferrandole più di venti fendenti con un coltello mai ritrovato e 30 colpi in testa con un tubo di metallo.