Ha deciso di collaborare con la giustizia Francesco Farao, figlio di Giuseppe, boss del 'locale' di Cirò Marina. La notizia è emersa stamane durante l'udienza del Tribunale della libertà cui si sono rivolti alcuni indagati arrestati nell'ambito dell'operazione "Stige". Davanti ai giudici del Tdl, la Dda di Catanzaro ha depositato due verbali datati 16 e 17 gennaio contenenti le prime dichiarazioni di Francesco Farao davanti al procuratore capo Nicola Gratteri e al sostituto Domenico Guarascio. Secondo l'accusa Francesco Farao "oltre a tenere i contatti con il padre promotore detenuto, monopolizza la rivendita di carta e plastica per uso alimentare, per il tramite dell'impresa 'Me.Pla.Cart. Srl' che ha sede a Cirò Marina". Nelle venti pagine di interrogatori già depositate Francesco Farao, pur sostenendo di non essere stato mai formalmente "battezzato", ha descritto le infiltrazioni della cosca nella vita sociale, economica e politica di Cirò Marina, confermando le ipotesi d'accusa formulate dalla Dda nell'inchiesta "Stige".