Se l'operazione distruttrice fosse andata in porto, l'attentato sarebbe stato "degno" di essere inserito nella black-list di morte dell'Isis. Il potenziale di un'autovettura trasformata in una vera e propria macchina da guerra era tale, infatti, da far saltare in aria un intero palazzo. Tre bombole di gas e cinque taniche di benzina, stipate in una Fiat Croma, gli ingredienti della micidiale miscela a cui un 72enne di Feroleto della Chiesa (in provincia di Reggio Calabria) ha dato fuoco. Il tutto con un unico obiettivo: distruggere il mobilificio del figlio e l'abitazione della sua ex moglie ubicata al primo piano dello stesso fabbricato.
Una vera e propria strage che Orlando Figliucci, in seguito bloccato e fermato dai carabinieri per strage, ha cercato di attuare nel pomeriggio di venerdì in via Pisani a Serra San Bruno. Il provvidenziale intervento del figlio del 72enne - il quale accortosi della vampata che solcava il terreno e si era già avvicinata all'auto è subito uscito cercando di spegnere la fiammata con un tappetino - seguito da quello dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, ha impedito che l'auto esplodesse.
Nel venerdì di ordinaria follia, l'allarme a Serra San Bruno, lungo la strada che porta verso Mongiana e distante qualche centinaio di metri dalla Caserma dei carabinieri, è scattato intorno alle 14 quando al 112 giungeva la richiesta di aiuto. Nell’immediatezza i militari notavano un’autovettura in fiamme ed un soggetto che era intento a domarle. Allo stesso tempo, i carabinieri , rintracciavano nell'arco di una manciata di minuti l’autore del gesto il quale si era dato alla fuga nascondendosi tra gli alberi.
Dopo aver bloccato l'anziano - in seguito identificato in Orlando Figliucci - i carabinieri si avvicinavano alla Fiat Croma, risultata poi di proprietà dello stesso pensionato, notando , con estremo stupore, all’interno del mezzo tre bombole piene di gas e cinque taniche di benzina, quantitativo sufficiente a far esplodere un intero palazzo. Dalle prime indagini emergeva che Figliucci, dopo aver versato sul terreno una tanica di benzina dal cancello d’ingresso fino all’autoveicolo, gli aveva dato fuoco con l’intento di farlo esplodere per distruggere sia il negozio che gli appartenenti sovrastanti. A questo punto provvidenziale sono stati l’intervento del figlio 39enne dell'anziano il quale, senza perdersi d'animo si è occupato di domare le fiamme e dei militari dell’Arma - coordinati dal tenente Marco Di Caprio - che hanno rintracciato immediatamente l’autore dell'insano gesto. Il pensionato, pertanto, è stato sottoposto a fermo per strage e trasportato nella casa circondariale di Vibo Valentia a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Sulla gravissima vicenda, nonostante il fermo, sono in corso indagini da parte dei militati della Compagnia di Serra San Bruno i quali stanno cercando di far completamente luce sul possibile movente che ha portato l’anziano a trasformarsi in un jihadista in salsa calabra. Un "salto" che Orlando Figliucci avrebbe fatto non per motivi ideologici o religiosi, bensì per fatti terra-terra. Il gesto, infatti, sarebbe da ricondurre a dissidi familiari tra il fermato, la sua ex moglie (che al momento del mancato attentato si trovava nell'abitazione sita sopra il mobilificio) e il figlio della coppia, proprietario del mobilificio.
Caricamento commenti
Commenta la notizia