La segretezza delle tracce telematiche è tutelata dalla legge sulla privacy. Ma quando c’è un uomo sospettato di tre omicidi e un pool di tecno-investigatori non si può fare a meno di ricostruire ogni passo servendosi dei telefonini e delle auto col navigatore satellitare.
Marco Gallo sulla sua Bmw wagon blu scuro ha il Gps installato. I carabinieri, e la task force di investigatori inviata da Roma, hanno ricostruito i movimenti di quell’auto diversi giorni prima e nella stessa data dell’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso a Lamezia Terme. Era la notte del 9 agosto 2016. Per questa esecuzione mafiosa da sabato scorso è sotto accusa Gallo, insospettabile elettrotecnico di 28 anni, lametino ma residente a Falerna, imputato di altri due omicidi.
Alle 14.32 di quel giorno di agosto, era un martedì, la Bmw probabilmente guidata dal padrone, parte da Falerna, Via Giuliani dove il presunto killer abita con la moglie Federica Guerrise, infermiera professionale, sospettata anche lei di un altro omicidio. Ironia della sorte, dopo circa mezz’ora di strada verso Lamezia viene bloccato dai carabinieri per un normale controllo. Alle 15.22 l’auto riparte in direzione Lamezia, arriva al parcheggio del centro commerciale “I Pini” su Via del Progresso. Resta lì fino alle 17.31.
In un paio d’ore Gallo fa cinque telefonate. Riparte e arriva alle 17.31 al suo garage in città, Via Indipendenza, centro storico. Auto ferma fino alle 20. La station wagon si sposta a quell’ora, imbocca Via Marconi. A metà di questa lunga strada abita Pagliuso, in un’antica casa ristrutturata e circondata da una siepe alta. Gallo si ferma nel parcheggio di un’ area commerciale che si apre su Via Marconi. La Bmw non si muove dalle 20.50 fino alle 22.27.