Un ragazzino armiere delle cosche. Una vicenda tanto grave da lasciare sconcertati, una vicenda che diventa paradossale se si considera che un minorenne viene coinvolto in un fatto certamente più grande di lui alla vigilia del giorno in cui migliaia di studenti sono arrivati a Vibo Valentia da tutta la regione per gridare il loro «no» alle mafie, per ricordare insieme a Libera le 970 vittime della criminalità, uccise con armi che qualcun altro ha nascosto e custodito nel tempo per conto dei clan.
Oggi il Vibonese, ieri teatro della massiccia manifestazione di Libera, si ritrova a dover fare i conti con l’arsenale rinvenuto dai carabinieri della Stazione di Nicotera e della Compagnia di Tropea, nel garage di un’abitazione; si ritrova a dover fare i conti con il coinvolgimento del minorenne il quale – come fosse cresciuto a pane e kalashnikov – si sarebbe assunto la totale responsabilità delle armi sulla cui presenza la famiglia sarebbe stata completamente all’oscuro.
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