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L'omicida racconta: quell'uomo mi assillava tutti i giorni

L'omicida racconta: quell'uomo mi assillava tutti i giorni

Ha deciso di parlare fornendo la sua versione dei fatti Mario Riccelli, il 64enne incensurato accusato dell’omicidio di Antonio Ranieri, di 79 anni, di Montepaone, ucciso venerdì mattina a pochi metri da un fabbricato di sua proprietà a Montauro. L’uomo, assistito dal suo legale di fiducia, l’avvocato Antonio Ludovico, è comparso davanti al giudice per le indagini preliminari, Pietro Carè (cancelliere Vitaliana Di Lieto), per l’interrogatori di garanzia e la conseguente convalida del fermo. Riccelli, molto provato e prostrato per quanto accaduto, ha confessato dichiarando che tutti i giorni sarebbe stato vessato dalla vittima. Al termine dell’interrogatorio di garanzia, il giudice ha deciso di convalidare il fermo di Riceelli confermando l’applicazione della misura cautelare in carcere. Appresa la decisione del giudice, l’avvocato Ludovico ha già preannunciato ricorso al Tribunale della libertà.

Secondo gli inquirenti il caso è chiuso. I carabinieri sono convinti di avere smascherato l’assassino di Ranieri. Il fermo a carico del presunto omicida è scattato lo scorso sabato sera poco dopo le 20 e dopo oltre dieci ore di interrogatorio. Riccelli, però, in quella circostanza non avrebbe ammesso alcuna responsabilità, cosa che invece avrebbe fatto davanti al giudice per le indagini preliminari. Secondo l’accusa, l’indagato, irritato dalle continue richieste della vittima dovute al protratto mancato pagamento del canone di locazione, lo scorso venerdì mattina avrebbe improvvisamente estratto una pistola Beretta calibro 7,65, legalmente detenuta e di cui era stata dichiarata falsamente la cessione a terzi, esplodendo all’indirizzo di Ranieri tre colpi di pistola alla testa. A seguito di ciò, l’assassino avrebbe poi repentinamente sottratto il cellulare e il portadocumenti della vittima, simulando così una rapina, con l’obiettivo di inquinare la scena del crimine e depistare le indagini. Il corpo senza vita del pensionato è stato trovato nella tarda mattinata di venerdì in località Conca a Montauro a pochi chilometri da Catanzaro, lungo una strada interna adiacente alla statale jonica 106. Sarebbe stato un passante ad accorgersi del cadavere che spuntava dallo sportello posteriore di una Polo Volkswagen grigia. Una posizione innaturale che ha insospettito l’uomo che immediatamente ha allertato le forze dell’ordine. Poco dopo sul posto sono giunti i carabinieri della Compagnia di Soverato e del comando provinciale. Le successive perquisizioni personali, veicolari e domiciliari, eseguite nei confronti del principale sospettato, hanno consentito di corroborare il quadro indiziario, in virtù del rinvenimento dell’arma del delitto, occultata all’interno del materasso della camera da letto, e del cellulare della vittima, individuato nel vano batteria dell’autovettura Fiat Uno dell’accusato. Infine, nel corso di un rastrellamento operato nelle aree circostanti, è stato ritrovato anche il portadocumenti di Ranieri abbandonato nella vegetazione durante la fuga.

I primi accertamenti sul corpo dell’imprenditore

Freddato con tre colpi di pistola alla testa

Il primo esame del corpo effettuato dal medico legale ha svelato la presenza di tre fori di proiettile alla testa del 79enne. Secondo i primi accertamenti i colpi sarebbero stati sparati con una pistola calibro 7,65 da breve distanza. Fin da subito gli inquirenti avevano puntato sulla vita privata di Ranieri per venire a capo del giallo. Sposato, padre di due figlie che da qualche tempo gli avevano regalato la gioia di essere nonno, Ranieri non sembrava avere nemici o preoccupazioni. In particolare i militari dell’Arma hanno subito raccolto informazioni sulle proprietà immobiliari della vittima. Appartamenti, magazzini e capannoni che l’anziano dava in fitto, affari che Ranieri era solito seguire in prima persona nonostante l’età non più giovanissima. Una pista che avrebbe portato gli inquirenti ad individuare il presunto omicida.

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