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Tentata estorsione, assolto lo Zi 'Ntoni

Tentata estorsione, assolto lo Zi 'Ntoni

Una vicenda giudiziaria che si trascina da anni (l’operazione Dinasty-Do ut des risale al 2006) e che ieri ha segnato un secondo punto a favore del boss Antonio Mancuso, 80 anni di Limbadi figura apicale dell’omonima cosca ed esponente della cosiddetta “generazione degli 11”, ovvero gli zii grandi.

Ieri il boss (difeso dall’avv. Giuseppe Di Renzo e dall’avv. Alfredo Gaito) è stato assolto «perché il fatto non sussiste», dai giudici della IV sezione della Corte d’Appello di Napoli davanti ai quali la vicenda giudiziaria era arrivata a seguito di un annullamento, con rinvio, della Cassazione del 16 marzo dello scorso anno.

La Suprema Corte un anno fa aveva annullato la sentenza di secondo grado emessa dalla Corte d’Appello di Salerno nell’aprile del 2015 a carico di Antonio Mancuso che confermava la condanna a otto anni di carcere inflitta all’imputato in primo grado, per estorsione consumata e tentata ai danni di Settimia Castagna e dell’allora presidente della sezione civile del Tribunale di Vibo Valentia, Patrizia Pasquin, interessate alla costruzione del villaggio turistico “Melograno Village” a Parghelia. Secondo l’accusa il boss avrebbe ricevuto parte della prima tranche del finanziamento pubblico a fondo perduto erogato al “Melograno Village srl”. Pagamento della prima quota (anticipazione del venti per cento della sovvenzione richiesta) quale condizione per operare in modo tranquillo sul territorio di Parghelia. Un finanziamento che, secondo l’accusa sarebbe stato ottenuto dal villaggio turistico in maniera illecita, ovvero attraverso una serie di falsi.

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