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La faida delle Preserre animata da tre sorelle assetate di vendetta

La faida delle Preserre animata da tre sorelle assetate di vendetta

Catanzaro

“Black widows” l’hanno chiamata, operazione “Vedove nere”. Donne ritenute protagoniste di una violenta faida nel Vibonese, animate dalla sete di vendetta per l’uccisione di un fratello sullo sfondo della guerra di ’ndrangheta tra i Loielo e gli Emanuele.

Lo scorso 9 aprile scattarono sette fermi disposti dalla Direzone distrettuale antimafia di Catanzaro, «perché si erano organizzati per uccidere» ha spiegato il questore di Vibo Filippo Bonfiglio. Pochi giorni dopo il gip del Tribunale di Vibo non ha convalidato i provvedimenti disponendo però la custodia cautelare in carcere per cinque dei sette indagati. Adesso scatta il bis, con gli uomini della squadra mobile di Vibo e del commissariato di Serra San Bruno che, ieri mattina, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa stavolta dal gip distrettuale di Catanzaro Paola Ciriaco su richiesta della Dda. I destinatari sono sempre gli stessi, con una “new entry”. In carcere Rosa Inzillo, 50 anni, di Sorianello, e la sorella Viola, 52, residente a Gerocarne, entrambe già detenute a Messina, e ancora Michele Nardo, 47 anni, di Sorianello (marito di Rosa Inzillo), Vincenzo Cocciolo, 30 anni, di Gerocarne (nipote delle Inzillo) e Gaetano Muller, 19 anni, di Soriano (figlio di Rosa Inzillo), tutti e tre già detenuti a Vibo. Inoltre, rispetto alle persone già colpite dai provvedimenti di fermo d’inizio aprile, in sede di richiesta di rinnovazione è stata ottenuta anche la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Teresa Inzillo, 54 anni, residente a Gerocarne, sorella di Rosa e Viola.

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