Tutte giovanissime, per la maggior parte di origine sudamericana, stazionano nelle vie periferiche della città in attesa dei clienti cui offrono prestazioni sessuali anche in cambio di generi di prima necessità. La fotografia della recrudescenza del fenomeno apre scenari nuovi e ancora più preoccupanti. Chi si prostituisce non lo fa più solo per guadagnare o far guadagnare eventuali sfruttatori, ma per recuperare un pranzo o per spingere il cliente a dare in cambio sacchetti della spesa. Il nuovo viatico della prostituzione cittadina si consuma così, sia di giorno che di notte, con approcci che avvengono nelle vie centrali cittadine e nella zona adiacente la stazione ferroviaria. Più volte operazioni di polizia hanno cercato di debellare il fenomeno che ritorna, però, puntualmente. Le nuove forme di sfruttamento diventano meno violente ma più subdole, facendo leva sulle condizioni economiche di chi si trova a barattare il proprio corpo in cambio di un telefono o di alimenti per sfamare la propria famiglia. Ad accendere i riflettori sul fenomeno sono le segnalazioni di alcuni dipendenti dei supermercati del comprensorio, che hanno notato più volte uomini di mezza età consegnare sacchi della spesa a giovanissime donne che rimanevano in attesa del loro ritorno all’uscita dell’esercizio commerciale. Le stesse più volte notate girovagare senza meta nelle strade. Scene analoghe si moltiplicano nella giornata del venerdì, quella del mercato cittadino. In attesa degli interventi delle autorità preposte, dal Comune di Soverato si cerca di affrontare il problema da un’ottica differente da quella repressiva.
«Il fatto che qualcuno pensi di dover vendere il proprio corpo per riuscire a cibarsi - il commento dell’assessora alle politiche sociali Sara Fazzari - non può lasciarci indifferenti. Invito tutti a segnalarci le situazioni sospette per darci la possibilità di intervenire. Nel mio ufficio è attivo un banco alimentare permanente in cui alimenti e beni di prima necessità vengono volontariamente offerti dai cittadini per essere distribuiti a chi ne ha bisogno. Nonostante il lavoro dei nostri assistenti sociali può però capitare che qualcosa sfugga. Dalle operazioni passate è emerso che le donne che si prostituiscono a Soverato sono residenti nei comuni vicini ed è quindi difficile intercettare i loro bisogni. Mi farò portavoce in sede di conferenza dei sindaci del problema, per tentare di trovare una soluzione».