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Bruciato nell'auto, resta il mistero

Bruciato nell'auto, resta il mistero

Sarà conferito questa mattina l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul cadavere dell’uomo trovato carbonizzato in una Fiat 500 data alle fiamme all’alba di lunedì in via Panoramica a Soverato. Le indagini su quello che appare al momento come un suicidio stanno procedendo in maniera riservata ma lungo due filoni precisi: quello legato, appunto, alla individuazione della dinamica e dell’eventuale movente dell’accaduto e quello volto a dare con certezza un nome e un volto a quel corpo consumato dalle fiamme.

In questa fase, infatti, si resta fermi a quei pochi elementi ricostruiti lunedì, quando i carabinieri della Compagnia di Soverato, incrociando il numero di telaio dell’auto con la targa, sono riusciti a risalire all’identità del proprietario del mezzo, un muratore romeno di 57 anni residente a Soverato Superiore, del quale ormai da domenica non ci sarebbero più tracce. Sarebbe lui la vittima del rogo che ha cancellato ogni possibile traccia, tanto che sarà possibile eseguire un riconoscimento soltanto attraverso l’esame del Dna. Secondo quanto ipotizzato finora, all’origine dell’accaduto potrebbero esserci problemi di natura familiare: l’auto sarebbe infatti stata data alle fiamme proprio davanti alla casa dove lavora la moglie del 57enne, con la quale i rapporti sarebbero stati tesi. Un dato che dovrà essere chiarito, per capire se possa rappresentare un possibile movente del gesto dell’uomo. All’interno dell’auto, sul lato passeggero, i vigili del fuoco hanno infatti trovato una bombola di gas propano con la valvola aperta, utilizzata per saturare l’abitacolo dell’utilitaria: a questo punto, però, le possibilità sono diverse, poiché l’uomo potrebbe aver cercato di uccidersi per asfissia e qualcosa potrebbe essere andato storto causando l’incendio; oppure potrebbe aver tentato di far saltare l’auto quale gesto dimostrativo, rimanendo però intrappolato. Infine, l’ipotesi dell’omicidio, apparentemente poco probabile, con l’uomo tramortito o bloccato nell’auto poi data alle fiamme; ma ci sarebbe da scovare anche un valido movente, considerato che se la vittima fosse davvero il 57enne, si tratterebbe di una persona dal curriculum “ordinario”, privo cioè di precedenti o con pericolosi contatti. Su queste opzioni, l’autopsia che sarà eseguita al Policlinico universitario dell’ateneo di Catanzaro potrà fornire elementi più chiari.

Restano poi da decifrare anche le scritte con la vernice spray nera comparse sulla cancellata della villa davanti alla quale l’auto è stata incendiata, per capire se possa esserne stato l’uomo l’autore, magari per cercare di lasciare a qualcuno un disperato messaggio. Elementi al vaglio degli inquirenti, coordinati dal sostituto procuratore Stefania Caldarelli, che nelle scorse ore hanno sentito la moglie del 57enne e tutte quelle persone a loro vicine per cercare di approfondire le motivazioni di quello che al momento appare un suicidio, attuato con cruente modalità, o per individuare eventuali ulteriori piste.

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