È una perdita ad otto cifre, pari a 12.742.198 euro, quella che “corona” il bilancio d'esercizio 2017 dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, pubblicato sul’albo pretorio dell’ente sanitario per ora corredato solo da alcuni documenti da integrare successivamente con altri, come fa sapere lo stesso direttore generale Giuseppe Panella che ha firmato l’atto.
Se è vero che i numeri rappresentano il linguaggio dell’universo, in 45 pagine di cifre e tabelle la direzione del Pugliese-Ciaccio delinea un microcosmo dove una dozzina di milioni di perdite evocano un interrogativo di dimensioni... epocali. Eccolo: com’è possibile che un ospedale regionale perennemente assediato dai pazienti spenda così tanto da non poter coprire i costi di gestione con quello che produce? e al tempo stesso, pur spendendo tanto per svolgere la sua mission, sia oggetto di tante lamentele riguardo a pronto soccorso, liste d’attesa e altre vistose carenze quotidianamente segnalate dagli utenti? Disservizi che spesso offuscano l’innegabile dedizione e la storia di tanti soggetti che hanno garantito negli anni il buon nome della struttura ospedaliera, costruendo un patrimonio di credibilità oggi eroso dall’impatto di questo disavanzo milionario.
Certo qualcosa non quadra. Secondo gli esperti, tra le cause vi sarebbe il costo per il personale, eccessivo se rapportato ai posti letto.
Il costo totale del personale dell’Azienda ospedaliera risultante dalla somma delle varie voci e categorie - operatori sanitari, tecnico amministrativi e professionali - ammonta per 2017 a circa 96,8 milioni di euro a fronte di 490 posti letto, contro i 101,6 milioni dell’azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza per ben 619 posti letto, e gli 87,8 milioni di euro per i 547 posti letto degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Come si vede, il raffronto tra costi del personale e posti letto rivela una maggiore spesa da parte dell’hub catanzarese.
Quanto alle cifre considerate isolatamente, appaiono ragguardevoli.
Dal bilancio 2017 emerge che il Pugliese-Ciaccio ha speso per il personale del ruolo sanitario 82,5 milioni, per quello del ruolo professionale 577mila euro, per il ruolo tecnico 6,5 milioni e per quello amministrativo 7,2 milioni, per un totale, appunto, pari a 96,8 milioni.
Facendo un po’ di conti e le debite proporzioni, il Pugliese spende per il personale necessario a gestire sotto varie forme e mansioni i suoi 490 posti letto, circa 35 mila euro in più all’anno per posto letto rispetto all’Annunziata e ai Riuniti di Reggio.
Se poi vogliamo estendere il discorso all’altra Azienda ospedaliera cittadina, il policlinico universitario Mater Domini (in perdita per 12,3 milioni di euro), entrambe producono un disavanzo complessivo pari a 25 milioni di euro, a fronte dei bilanci in attivo (seppure limitato) sia dell’Annunziata di Cosenza che dei Riuniti di Reggio. Insomma le cose non vanno in modo tale da consentire ad entrambe le strutture ospedaliere di fare troppo le “schizzinose” riguardo alla fusione in un’unica azienda, operazione che al momento segna il passo sia per motivi politici legati alle prossime scadenze elettorali (come se il voto del 4 marzo non avesse insegnato nulla sulla nausea dell’elettorato nei confronti degli egoismi delle classi dirigenti!) sia per le resistenze interne di chi, nelle due aziende, teme perdita di potere e di ruolo apicale (leggi: primariato).
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