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Cadavere carbonizzato, si segue pista ben precisa

Cadavere carbonizzato, si segue pista ben precisa

Il corpo carbonizzato rinvenuto all’interno della Fiat Punto data alle fiamme in località “Britto”, a poche centinaia di metri dall’abitato della frazione di Preitoni, non ha ancora un nome certo. Tutto lascia ancora pensare che sia quello di Stefano Piperno, 33enne docente di lettere precario, nonché mediatore culturale nel Centro accoglienza straordinaria ubicato in un albergo cittadino; ma, in teoria, potrebbe anche non essere così.

A diciotto giorni dalla sua scomparsa, comunque, non si sa nulla delle indagini né sugli esiti dell’esame autoptico eseguito dal medico legale Katiuscia Bisogni. Niente di niente neppure sui risultati dei prelievi effettuati sui genitori del ragazzo per accertare l’eventuale consanguineità.

Una cortina di silenzio che potrebbe trovare giustificazione solo nella delicatezza del caso e nella comprensibile volontà degli inquirenti di non turbare le attività di ricerca del colpevole. Una situazione, tuttavia, sconcertante e che, qualunque sia la strategia della Procura, lascia nel più assoluto disorientamento familiari, parenti e amici del 33enne che vivono le loro giornate immersi in un dolore sordo che non può esplodere, ma nemmeno essere contenuto. Un’attesa terribile e struggente anche perchè esile sembra il filo della speranza cui potersi attaccare. Ai genitori di Stefano, entrambi docenti di lettere in pensione, conosciuti e apprezzati in città, non vengono fornite notizie. Devono solo e soltanto aspettare. La camera del figlio, però, rimane desolatamente vuota. Per loro, ogni ora che passa non fa che dare più corpo alla paura. Un incubo che quando finirà potrebbe lasciarsi dietro solo le macerie dell’anima.

Unica certezza è che le indagini condotte dagli investigatori dell’Arma sotto il coordinamento della Procura stanno andando avanti a ritmo sostenuto. E di certezze ce n’è pure un’altra: la Fiat Punto bruciata nelle campagne di Preitoni è di proprietà del papà del mediatore culturale. Gli inquirenti, in ogni caso, continuano a setacciare passato e presente di Stefano, scavano nella sua vita e nei suoi rapporti personali e sentimentali. Sino ad oggi, oltre a quelle dei familiari, hanno raccolto le testimonianze di una donna rumena e di altre persone. Hanno perquisito abitazioni e catalogato ogni minimo indizio. Cammin facendo, alcune delle ipotesi possibili sarebbero state accantonate. Oggi, le indagini starebbero seguendo una pista ben precisa sulla quale, naturalmente, nulla trapela. Il cerchio, comunque, si starebbe stringendo.

Stefano Piperno è scomparso lo scorso 19 giugno, il giorno dopo del nubifragio abbattutosi sul comprensorio nicoterese. Poco dopo le 15, stante la pioggia persistente, s’è allontanato da casa in macchina per raggiungere il vicino Cas dove aveva lezione. Sul posto di lavoro, però, non è mai arrivato. E la sera non è rientrato a casa. Una cosa del tutto insolita perché il ragazzo, se ritardava, avvisava sempre i genitori. Poi, le ricerche a tutto campo e il ritrovamento della Punto bruciata con un corpo carbonizzato steso sul sedile anteriore lato passeggeri reclinato.

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